Ravenna, il grano alle stelle spinge in alto il prezzo del pane

La tempesta perfetta è arrivata: non bastavano gli aumenti dei costi energetici, ora il prezzo del grano è schizzato alle stelle. I panificatori si trovano alle strette: «In oltre 50 anni di attività – spiega Giancarlo Ceccolini, presidente provinciale dei Panificatori di Confcommercio – non ho mai attraversato un periodo così difficile per la nostra categoria. A testimoniare la gravità della situazione vi è anche il numero di attività rimaste sul territorio provinciale. Per la prima volta siamo scesi sotto le cento unità. Nell’arco di trent’anni si sono pressoché dimezzate e l’emorragia non è finita. A breve potrebbero lasciare anche storiche realtà della città di Ravenna. Le difficoltà sono enormi e per affrontarle saremo costretti a rivedere i prezzi di vendita».

Un altro picco

La lunga corsa ai rincari ha conosciuto, ieri, un altro picco: alla Borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale, i futures sul frumento, di cui l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori mondiali, crescono infatti del 7% arrivando a toccare i 1.134 dollari al bushel (unità di misura anglosassone corrispondente a 27,216 kg di grano).

«Abbiamo un problema di sopravvivenza sul mercato – dice Ceccolini –. I margini si sono ridotti e ci confrontiamo con una concorrenza agguerrita come le produzioni industriali e le catene dei supermercati. I costi delle materie prime sono aumentati già da qualche mese. Ora con la guerra e la crisi internazionale potrebbero esserci operazioni speculative. L’Italia, per quanto riguarda l’approvvigionamento di grano, dipende al 60% dall’estero, in particolare Ucraina, Russia e Canada».

Tregua già finita

Nel momento in cui la pandemia sembrava concedere una tregua, i fornai devono fronteggiare nuovi elementi avversi: «I due anni di faticosa convivenza con il Covid – conclude Ceccolini – avevano già fiaccato la nostra capacità di resistenza. La pandemia ha cambiato le abitudini delle persone, riducendo la richiesta di pane. I consumi sono diminuiti, non solo quelli delle famiglie. Ravenna è una città d’arte e il turismo era una voce importante anche per i forni. Proprio adesso che si sperava di poter uscire dall’emergenza, ci troviamo di fronte una situazione difficilissima che attraversa l’intera società. Diminuirà il potere d’acquisto dei consumatori e noi contemporaneamente saremo costretti a ritoccare verso l’alto i prezzi di vendita».


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