Ravenna e il "caso nutrie": c'è pure chi le mangia arrosto o in umido

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A Ravenna il caso delle nutrie al parco Teodorico ha tenuto banco per mesi, mentre in altri Paesi le nutrie tengono banco... al supermercato o dal macellaio prima di finire nelle tavole a pranzo o a cena. In rete si trovano decine di ricette a base di nutrie, in umido o arrosto. In Sud America o in alcune parti degli Stati Uniti si trovano anche nei menu dei ristoranti. Una usanza barbara a livello gastronomico? Per noi italiani virtuosi della cucina, certo che sì, eppure sarebbe possibile cucinarle e servirle a tavola anche in Italia. Con due Circolari, la n. 17 del 20 gennaio 1959 e la n. 144 del dicembre 1959, l’Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pubblica presso il Ministero degli Interni (il Ministero della Sanità non era ancora stato istituito) liberalizzò l’utilizzo delle carni di castorino, a patto che le stesse fossero «sottoposte a vigilanza veterinaria, messe in vendita ad animale intero e individuate con apposito bollino a cura dell’allevatore».

Fu in quel periodo che molti ristoranti aggiunsero ai loro menù piatti a base di carni di nutria, un roditore prettamente vegetariano con una dieta che si basa su piante acquatiche, varie erbe, radici, tuberi e frutta. Proprio la sua dieta, ne fa un animale dalle carni con contenuti nutrizionali molto buoni.

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