Ravenna e i bagni al mare: "Gli indennizzi sono un palliativo"

Le notizie giunte ieri da Roma sono accolte con molta prudenza, e in alcuni casi anche con scetticismo, dagli operatori balneari dei lidi ravennati. Il ddl concorrenza sembra introdurre novità sostanziali nel percorso accidentato verso l’applicazione della direttiva Bolkestein. Sulla base delle proposte del Governo da ieri si parla di un anno di proroga delle concessioni – le gare, comunque, non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024 – e di un indennizzo (sembra sulla base dei libri contabili o di perizie) per le aziende balneari, che non ottengono il rinnovo della concessione.

Cristina Garoia, del bagno Spiaggia 30 di Lido di Classe, parla di proposte positive dopo tante notizie negative. «Anche se le novità rappresentano un passo in avanti, non cambiano comunque il nostro giudizio – aggiunge – su un provvedimento del Governo che riteniamo nel complesso assolutamente penalizzante per il nostro settore. Ricordiamoci che gli operatori hanno effettuato diversi investimenti nella convinzione che la concessione fosse garantita fino al 2033. L’indennizzo servirà per le persone che non otterranno o non vorranno il rinnovo, perché ognuno farà le proprie valutazioni e ci sarà anche chi rinuncia. Un aspetto di cui si parla poco è che il modello di turismo della Romagna è fondato anche sulla qualità dei servizi offerti in spiaggia. Purtroppo, non sono sicura che tale qualità potrà essere preservata. Il rischio è che la rivoluzione annunciata possa portare a un generale abbassamento del livello dei servizi. Io stessa vorrei investire sul turismo, ma attendo di capire come andrà a finire, perché se dovesse cambiare la capacità di attrazione delle nostre spiagge potrebbe andare in crisi una formula che è sempre stata di successo. La legge Bolkestein, per come è adesso, non garantisce condizioni economiche per poter dare un servizio di qualità. Innanzitutto per l’orizzonte temporale, visto che si parla di una concessione tra i 6 e i 9 anni, un periodo troppo breve per convincere i gestori a fare investimenti significativi. A ciò si aggiunge il fatto che si pagherà un affitto molto più alto per la concessione demaniale».

Marco Di Marco, titolare del bagno Oasi di Marina di Ravenna, si dice stanco della permanente incertezza: «Gli indennizzi di cui parlano sono solo un palliativo – commenta –, forse sono convinti che serviranno a tenerci buoni, ma non è così. Questi indennizzi saranno bazzecole rispetto a tutti gli investimenti e il lavoro che abbiamo svolto per rendere più belle e più attraenti le nostre attività. Gestisco un bagno da sette anni e mi sono bastati per perdere fiducia nelle istituzioni. Dopo tante discussioni e proposte non sappiamo ancora cosa ci aspetta; in Portogallo sono riusciti a trovare una soluzione garantendo le concessioni per un lungo periodo, in Italia questo non è stato possibile, passano i mesi ma a prevalere è sempre l’incertezza. Non c’è indennizzo che possa ripagarci del nostro lavoro».

Raffaele Zoli, del bagno Polka di Marina Romea, è concentrato sulla stagione in partenza: «Complice il meteo favorevole – dice – siamo partiti con il piede giusto. In questo momento siamo molto assorbiti sul lavoro che ci attende nei prossimi tre mesi. Da Roma, nell’ultimo periodo, sono arrivate diverse indiscrezioni e notizie che comunque non hanno sciolto dubbi e incertezze. Come sempre seguiremo con attenzione la vicenda, ma ora la nostra priorità è farci trovare pronti dalla clientela».


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