Ravenna, congedo mestruale: ci pensa anche il Comune

Ravenna

RAVENNA - Come era prevedibile in poche ore il caso del liceo artistico Nervi-Severini ha ottenuto una vasta eco nazionale, tanto da aprire un dibattito sul tema del congedo mestruale per le studentesse che ne facciano richiesta. Tante le prese di posizione a favore e alcuni spunti di dibattito come quello aperto dalla saggista e filosofa Michela Marzano, che attacca il sindaco Michele De Pascale per aver lodato l’iniziativa come «una scelta di civiltà». La possibilità offerta grazie alla proposta avanzata dai rappresentanti degli studenti, votata dal consiglio d’istituto e accolta dal dirigente scolastico Gianluca Dradi, prevede con una modifica del regolamento di riconoscere alle studentesse che soffrono di dismenorrea certificata fino a due giorni di assenza al mese, senza che vengano conteggiati nel monte ore necessario per considerare valido l’anno scolastico. Del tema si è parlato a lungo, ma le proposte di legge non sono mai arrivate al vaglio del Parlamento e solo la Spagna ha una legge che vale anche per i luoghi di lavoro. In città l’appoggio incondizionato all’iniziativa arriva dal primo cittadino. «In Spagna la legge la riconosce giorno di malattia in caso di diagnosi invalidante. Le proposte avanzate in Italia sono assolutamente condivisibili e dovrebbe valere per tutte le lavoratrici. Nel nostro comune più della metà dei dipendenti sono donne, non riconoscere il congedo è un residuato di stagioni che sarebbe meglio superare. Si tratta di una bella pagina di rappresentanza studentesca. Non credo che un uomo non possa parlare di questi argomenti come dice la Marzano». Si dice invece perplessa sulla scelta condivisa dal liceo artistico, la saggista e filosofa Michela Marzano che è intervenuta su La Stampa e sui social. «Nella stragrande maggioranza dei casi le mestruazioni non sono affatto una malattia; sono solo una delle tante caratteristiche femminili per le quali bisognerebbe evitare di essere discriminate o trattate in maniera diversa rispetto ai propri coetanei maschi. È per questo che, forse, sono rimasta leggermente perplessa. Faccio d’altronde fatica a immaginare che ci sia bisogno di prevedere un congedo specifico ogni mese per le ragazze indisposte, a meno che non esistano motivi medici particolari. Non sto dicendo che il dolore sia banale, sto solo dicendo che trattare le mestruazioni come un problema rischia di trasformarsi in un boomerang». E sulle parole di De Pascale: «È un uomo, e che ne sa, quindi, del ciclo, dei dolori mestruali, e di tutto ciò che le donne non hanno potuto fare (quando hanno le mestruazioni?)».

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