Ravenna: calano i B&B, boom degli host spinti dalle piattaforme web

I bed & breakfast sono in difficoltà. La crescente concorrenza degli host privati, che spesso si muovono attraverso le moderne app sul web, hanno rivoluzionato il mercato delle vacanze e dei soggiorni brevi nelle città. «Siamo di fronte a una pericolosa deregolamentazione – spiega Giancarlo Gattelli, responsabile del settore Turismo per Confartigianato -. Sempre più spesso si propongono sul mercato degli affitti brevi di locali e appartamenti che vengono pubblicizzati sulle piattaforme digitali. È un problema a livello europeo che sta producendo effetti negativi sulle città d’arte. Piuttosto che dare in locazione a famiglie e studenti, sempre più proprietari si affidano a portali che gli piazzano i locali sul mercato. Siamo arrivati a piattaforme che gestiscono diverse decine di sistemazioni distorcendo il mercato. Gli effetti più tangibili sono lo svuotamento di residenti nelle città d’arte, un esempio tra tutti è quello di Venezia, e la crescente difficoltà a trovare una sistemazione a prezzi ragionevoli da parte di famiglie e i studenti. Ravenna non è immune a queste dinamiche e come Confartigianato chiediamo la definizione di regole certe per tutti, allineandoci così alla posizione di diversi sindaci delle città d’arte italiane. Siamo di fronte a un pericoloso punto di non ritorno con serie conseguenze per i nostri centri urbani».

Servono leggi diverse

Tra i sindaci che auspicano interventi urgenti c’è Matteo Lepore di Bologna, dove il problema è molto evidente. Si chiede una legge per permettere ai Comuni di mettere un tetto massimo agli affitti brevi. Gattelli sottolinea la diminuzione di B&B associati a Confartigianato: «Al momento, a livello provinciale, sono una sessantina – dice -. Ma solo qualche anno fa erano di più. Si trovano principalmente nel comune di Ravenna, poi ce ne sono a Cervia, Faenza e Lugo. Lavorano molto con la città d’arte e con la forza di attrazione di Mirabilandia. I titolari delle strutture sono molto appassionati. In passato abbiamo anche organizzato incontri con le guide turistiche per migliorare il percorso dei visitatori che sceglievano i B&B. Le strutture seguono le disposizioni della legge regionale del 2004 che sono molto rigide e vincolanti, garantendo un’accoglienza ottimale e con standard ben definiti. Si va dalle metrature delle stanze, alla disponibilità dei servizi igienici, al numero massimo di giorni di apertura nel corso di un anno. I titolari dei B&B versano la tassa di soggiorno, il canone speciale Rai (per gli apparecchi televisivi nelle camere) e anche i diritti Siae. Tutto questo scompare o per lo meno si perde nell’incertezza se ci si affida agli strumenti più innovativi del mercato, che però non garantiscono né la qualità né l’affidabilità. Ogni host ha le sue policy, ma non può non esserci una legge in materia. La concorrenza in questo modo viene alterata. Per cui il problema del caro affitti e dell’indisponibilità di appartamenti nelle città non si può imputare ai Bed & Breakfast. I problemi sono altrove e occorre intervenire».

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