Ravenna, c'è voglia di mare: l'80% degli ombrelloni è confermato

Ravenna

RAVENNA - È atteso venerdì il protocollo che regolerà le aperture e la conduzione in sicurezza di stabilimenti balneari e alberghi. Lo riferisce l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini sempre che arrivino le linee guida nazionali. Di questo e di molto altro si discuterà oggi in videoconferenza con le associazioni di categorie e i sindacati. Intanto i bagnini dei nove lidi, dopo la riunione interna di ieri rispondono alle chiamate dei clienti pronti a confermare l’ombrellone stagionale. La paura del contagio sembra arretrare davanti a quella di non trovare posto in spiaggia. I ravennati e i frequentatori delle località balneari non rinunciano alla prospettiva di un’estate piena di cautele, ma in riva al mare. Per bar e ristorante rimane l’obiettivo di riaprire il 18, per gli stabilimenti l’orizzonte si sposta a fine mese, anche se si parla di un possibile un anticipo della ristorazione, tutto da verificare.

Corsa all’ombrellone

«Non ho ricevuto disdette – assicura Giulio Minzolini del bagno Losco di Marina Romea – nella mia struttura anche con le nuove misure per il distanziamento non si noterà la differenza rispetto agli anni passati. Ho tra i 50 e 55 punti ombra e per l’80% mi è stato confermato l’abbonamento stagionale. Ero pronto a riaprire bar e ristorante l’8 marzo, poi tutto è precipitato. Se dessero il via anche solo al servizio bar e ristorazione sarei pronto. Ora invece dei miei 11 dipendenti lavorano come in due e non so quanti torneranno». Anche a Lido di Savio, dove la spiaggia ha meno estensione Ivan Turci del bagno Levante non teme la diminuzione del numero di ombrelloni. «Su 90 ne perderò circa 20, tutti i clienti storici torneranno, solo uno ha disdetto. Vogliono venire al mare. Noi lavoriamo anche con gli hotel e quella è la vera incognita. Ma potendo sono pronto ad aprire domani».

Oltre le dune

A Marina di Ravenna le dune di protezione sono ancora in larga parte lì tanto che il fratino, il piccolo trampoliere in via d’estinzione ha scelto di nidificare nella spiaggia delle feste e dello sport sull’arenile. Luca Tomassini del bagno Obelix non nasconde i timori per una stagione tutta in salita. «Sarà durissima tenere i bilanci a posto. La riduzione degli incassi è stimata nel 60%, anche mantenendo gli stessi ombrelloni. Toglieremo dei campi non potendo fare eventi sportivi. Solo per aprire lo stabilimento occorrono 50mila euro tra demanio, assicurazioni, utenze, commercialista e poi i dipendenti che riconfermeremo in parte. Speriamo che torni la formula dei voucher».

A Punta Marina, Cristiano del bagno Miramare aspetta come tutti di conoscere le misure definitive. «Sembriamo tutti sospesi, aprire significa dare un senso alla normalità. Ma sarà difficile mantenere gli stessi dipendenti, mi chiamano persone in cerca di lavoro, ma sono in difficoltà a riconfermare il personale, dei 21 assunti nel 2019 sono in 5. Dovremo adeguare le mansioni, cercando di dare pace e tranquillità rispettando regole, ma senza guardiani». Marco di Di Marco del bagno Oasi di Marina di Ravenna aspetta la scomparsa della duna e guarda con preoccupazione ai mesi davanti a sé: «Sono poche le aziende che si occupano di movimentare la sabbia e noi pagheremo per intero il canone demaniale anche se siamo ancora chiusi. Spero che avremo la possibilità di riaprire con tutti i servizi, anche se per il salvataggio non ci sono i bagnini al momento. Dovremo capire le nuove regole per dare il meglio ai nostri clienti, il nostro lavoro si concentra in poche settimane».

Sull’onda dell’incertezza gli operatori si muovono con cautela, ma nessuno cede allo sconforto, Maurizio Rustignoli, presidente della cooperativa Spiagge invita alla prudenza. «Serve ancora un po’ di tempo per sistemare le spiagge, ora devono dirci come riprendere l’attività garantendo la sicurezza sanitaria. Nella fase iniziale occorre tanta prudenza, strada facendo vedremo se potremo assumere, non è facile ridurre i costi in un sistema senza sgravi fiscali. Comunque siamo pronti ».

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