Provincia, sabato si vota a Ravenna. Sullo sfondo il ritorno della giunta

Ravenna

RAVENNA - Sabato 18 sindaci e consiglieri comunali votano per il rinnovo della Provincia svuotata di funzioni e di organi di rappresentanza, ma un disegno di legge in via di presentazione ribalta la riforma Delrio ripristinando nel medio periodo una mini giunta composta da tre assessori e ampliando le deleghe oggi limitate al trasporto pubblico, all’edilizia scolastica e alle strade. Tornano quindi gli assessori, figure remunerate, che il presidente potrebbe scegliere fra i sindaci dei comuni della provincia, fra i consiglieri eletti, o nominare da fuori con un’immunità, si dice, pari al 50% dei colleghi, ovvero gli assessori comunali. Uno scenario capace di riaccendere l’interesse della politica nei confronti di un ente uscito dal dibattito nazionale e locale.

«Si tratta – spiega il presidente della Provincia Michele De Pascale - di una controriforma, un collegato alla legge di stabilità vincola il governo a presentare entro gennaio un disegno di legge che poi andrà in parlamento. Per i tempi di approvazione siamo nel regno dei se e dei ma. Come presidente delle province italiane lavoro a questo risultato da tre anni». La nuova legge sposterebbe a 5 anni il mandato del presidente e della mini giunta. In attesa di conoscere i contenuti della legge plasmata dal parlamento, valgono le regole attuali per tutti e 72 i territori al voto, con il presidente in carica 4 anni e i consiglieri eletti, fra i sindaci e i consiglieri dei comuni del territorio. Fra questi il presidente individua dei delegati, senza remunerazione. Quanto alla possibilità ventilata dalla Lega di tornare all’elezione diretta di presidente e consiglio provinciale, De Pascale è freddo. «Non è una scelta che spetta all’Upi, come ente di secondo livello per la Provincia aumenta il compito di coordinamento con i comuni, anche se si perde il rapporto con i cittadini».

Per quanto riguarda l’allargamento delle funzioni potrebbero rientrare la pianificazione del territorio, la protezione civile, lo sviluppo economico, la digitalizzazione, la redazione di piani strategici. In piena pandemia la Provincia ha svolto un ruolo di coordinamento fra i comuni e l’Ausl. Il consolidamento delle Province, prima di fatto smantellate, senza risorse nonostante le funzioni delicate, e ora lentamente rafforzate potrebbe andare in scia con la volontà del governo di premiare gli amministratori, esposti a gravose responsabilità, con un aumento sensibile delle remunerazioni per sindaci e assessori.

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