Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna Spa, ricorda commosso Walter Della Monica per l’alta cultura e le rare capacità di continua organizzazione culturale, sempre costruttiva. Mai vanaglorioso, né autocelebrativo, Della Monica è stato un grande promotore di assai qualificate e numerose iniziative culturali. Il presidente Patuelli ricorda che “l’attività professionale di Walter è stata inizialmente di organizzatore turistico negli anni cinquanta in iniziative dell’Enal, l’ente del tempo libero, ricreazione, spettacolo che nel dopoguerra aveva ereditato le funzioni di quella che era stata nel ventennio l’Opera Nazionale Dopolavoro. Walter vi ha svolto attività pioneristiche per lo sviluppo del turismo per la costa ravennate e cervese, proprio negli anni in cui si realizzò il miracolo economico che vide la riviera Adriatica di Romagna divenire la “California d’Italia”.
Il Presidente Patuelli ricorda inoltre che “Della Monica ha inventato e animato per decenni il prestigioso premio Guidarello, il Centro Relazioni Culturali, con una continuità formidabile di iniziative sempre tempestive e di alto livello, ha reinventato le letture dantesche fino a ottenere il grande successo di far leggere e illustrare da Vittorio Sermonti ciascun canto dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso in memorabili serate nella Basilica di San Francesco, evocativa della vita, del funerale e della prima tomba di Dante. Insomma – ha concluso il presidente Patuelli – quella di Walter è stata una vita per lo sviluppo culturale e civile, un esempio di alto livello”.

Farideh Mahdavi Damghani: “Ho perso il mio padre spirituale”
L’intellettuale e scrittrice iraniana Farideh Mahdavi Damghani ha reso omaggio a Della Monica: “Ho conosciuto Walter Della Monica, quando avevo 37 anni. E avrò 60 anni tra pochi giorni. Durante questi anni, sono stata molto fortunata a riuscire a conoscerlo sempre di più e vedere come stava e come pensava e come si comportava. Era estremamente generoso per natura, disposto a fare qualsiasi cosa per chiunque. Che fosse italiano o meno. Che fosse un uomo o una donna. Finché anch’essi abbiano voluto rendere un qualche tipo di servizio e di aiuti alla Cultura nel senso assoluto della parola, Egli era sempre lì per voi, per prendervi per mano e guidarvi, passo dopo passo, in quel lungo e difficile cammino. Lui era sempre lì. Sempre.
Non importava cosa stavi facendo o pensando. Non importava quanta fiducia avevi nei tuoi sforzi culturali. Walter era sempre al tuo fianco per aiutarti con i suoi incoraggiamenti calorosi, le sue risate gioiose, le sue grida piene di entusiasma e di esaltazione quando c’era un nuovo progetto, una nuova idea, o una nuova traduzione. E poi ti riempiva di una moltitudine di materiali, commenti, spiegazione tecniche e ti inviava persino libri di cui avresti potuto aver bisogno nel tuo percorso verso il completamento e la perfezione.
Amava tutti i poeti di tutti i tempi e viveva per loro e voleva che tutti gli altri esseri umani intorno a lui e fuori dall’Italia li conoscessero i poeti Italiani del Novecento e li amassero tanto quanto li amava lui. Tuttavia, Dante per lui, era un’altra cosa, e per decenni visse solo per Dante. Qualunque cosa facesse, la faceva per Dante. Credeva in tutte le cose che Dante gli aveva ispirato e insegnato. Per questo motivo, era diventato più che gentile, più che generoso, più che entusiasta. Voleva glorificare la vita con la poesia, con i pensieri poetici, con il comportamento poetico. Perché? Perché era un romantico nel cuore. E voleva usare il suo cuore appassionato per farci diventare esseri umani migliori. E cio, solo con la lettura e la comprensione della Poesia universale. Poesia antica, medievale o moderna. Voleva farci sentire proprio come lui
Tutti i poeti, tutti. Senza eccezione.
Amava una poesia intitolata “Voglio vivere” di Esenine. Amava le poesie di Cardarelli e Ungaretti. Amava Tagore e Pessoa. E così tanti altri che ora ho perso il conto. Con il suo aiuto, ho pubblicato in Iran un’Antologia dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi. Ho tradotto Leopardi, Petrarca, Montale, Ungaretti, Cardarelli, Quasimodo, ho tradotto il bellissimo Cantico di San Francesco. Ho continuato a tradurre tutte le opere di Dante. E dovevo i miei sforzi culturali e letterari a lui e solo a lui. Prima al mio carissimo padre che mi aveva insegnato ad amare i libri e poi a Walter Della Monica che mi ha reso quello che sono oggi.
Oggi sono più che triste. Sono in profondo lutto. Ho perso il mio padre spirituale, il mio mentore, il mio amico…
So che lo incontrerò di nuovo. Spero che sia nel Paradiso di Dante, dove tutti i poeti e santi e angeli e anime belle sono riuniti …
Carissimo Walter, Dio sia con te.
Ti ho sempre amato come mio carissimo padre spirituale.
Ti amerò sempre come tale.
Nessuno ti dimenticherà mai.
E io non ti dimenticherò mai.
Che la Misericordia di Dio sia su di voi. Dio ti benedica.
Le mie più sentite condoglianze alla sua bella e amorevole famiglia. I miei pensieri sono con voi”.