Mini Imu, sindaco contro il Governo

Rimini

RAVENNA. È l’ultima volta che il sindaco Matteucci interviene sulla vicenda della mini Imu. Lo ha promesso ieri davanti alla stampa: «I ravennati possono pagare entro il 16 giugno e senza sanzioni. Le ragioni della legge sono dalla nostra parte. Trattandosi di tasse locali, le sanzioni le fa il Comune». Una dichiarazione perentoria che questa volta non fa in solitudine, accanto a sé, cosa mai vista, schiera il direttore generale Carlo Boattini, il ragioniere capo Ruggero Stabellini e il segretario comunale Paolo Neri. Seduto in seconda fila, silente, il segretario comunale Pd, nonché consigliere comunale, Giannandrea Baroncini.

E con loro Matteucci spiega che è indispensabile che il governo riscriva anche la tassa sulla casa contenuta nella nuova Iuc, perché senza trasferimenti da parte dello Stato al momento mancano 5 milioni di euro per chiudere il bilancio. Un fronte compatto pronto a resistere tanto che il prefetto Fulvio Della Rocca viene informato del «grave conflitto istituzionale tra Comune e Governo che si sta profilando. Con il Governo, se sarà necessario - assicura il primo cittadino - ci sarà un eventuale confronto in sede giurisdizionale».

Per ora da Ravenna, roccaforte Pd, piovono parole taglienti, giudizi sprezzanti nei confronti del governo intero e del ministero dell’Economia. Un’irruenza renziana fa dire a Matteucci che Saccomanni «usa parole sconsiderate» che il sottosegretario Baretta parla «senza conoscere l’italiano», che il governo intero «è bene che vada a casa» che «sono dilettanti». «Sono furibondo, immagino lo stato d’animo dei cittadini. Mi scuso con i ravennati. Sto solo applicando la legge. Si tratta di una vicenda indegna che dimostra come lo Stato non funziona».

Parole pesanti come piombo per un sindaco che affronta «la telenovela mini Imu», forte dell’appoggio del primo cittadino di Rimini Andrea Gnassi, di quelli della Bassa Romagna, mentre Russi si sfila e annuncia la conferma della scadenza del 24 gennaio per tutelare i cittadini. Articolata e puntuale arriva la posizione del Comune: il decreto 446 del 1997 che attribuisce ai comuni forte potestà in riferimento alle entrate tributarie, il regolamento approvato dal consiglio comunale che permette alla giunta di deliberare spostamenti dei tempi di versamento, come è avvenuto al 16 di giugno, «a causa - si legge in una nota - di una forte incertezza in ordine agli adempimenti, sia da parte dei contribuenti, che da parte dei centri di assistenza fiscale e delle associazioni di categoria preposti alla compilazione dei modelli di versamento del tributo, anche tenuto conto che il Decreto legge 133/2013 non determina criticità nella situazione di liquidità del Comune, poiché l’attuale dotazione di cassa è ampiamente sufficiente per fronteggiare le necessità di pagamento previste. Il fondo di cassa attuale è di oltre 50 milioni di euro e che non sussiste alcun rischio di ricorso ad anticipazioni di tesoreria per effetto del differimento al 16 giugno del pagamento della mini Imu. Il rinvio interviene su una quota di tributo di pertinenza del Comune».

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