Eterologa al via, c'è già una pioggia di richieste

Rimini

RAVENNA. La fecondazione assistita è realtà. In provincia i centri abilitati sono due, entrambi a Lugo. La struttura pubblica di Fisiopatologia della Riproduzione Umana e il Centro privato Artebios, che sta ricevendo già da diversi giorni continue richieste di informazioni da parte di coppie in cerca di figli.

«Dobbiamo fare fronte a una mole considerevole di richieste - commenta Tiziana Bartolotti, responsabile del centro Pma Artebios -. La delibera della Regione risale al 12 settembre. In Romagna i centri abilitati sono in tutto cinque, compreso il nostro. L’interesse per la nuova opportunità è enorme. Ogni giorno incontriamo in studio almeno due donne interessate a intraprendere il percorso e riceviamo diverse telefonate di persone che chiedono informazioni. A fronte di richieste numerose, giunte anche da fuori regione, c’è però un problema da affrontare con urgenza. La scarsità di donatori, maschili e femminili, per attuare la fecondazione eterologa».

Tiziana Bartolotti sottolinea che l’ampio risalto mediatico degli ultimi mesi ha contribuito a fare conoscere agli italiani diversi aspetti della materia; ma si è parlato solo di alcuni elementi tralasciando del tutto altri: «Le procedure di fecondazione assistita richiedono tempo - dice la responsabile -. Il nostro centro sarà in grado di effettuare le prime fecondazioni eterologhe nel giro di un paio di mesi; spero però che si riesca a entrare a regime entro i prossimi sei mesi. Occorre una vasta opera di sensibilizzazione per trovare i donatori. Al momento c’è una drammatica carenza tanto che diversi centri esteri hanno iniziato a offrirsi per fornirci i gameti necessari per le fecondazioni. L’Italia deve fare un deciso passo in avanti; capisco che donare i gameti abbia un altro impatto rispetto alla donazione del sangue e degli organi. Deve però esserci un’opera informativa. In questi giorni stiamo parlando con diverse coppie in cerca di un figlio, e in tante si sono ripromesse di parlare con amici e conoscenti per fargli capire l’importanza di trovare donatori e donatrici». Le procedure per le donazioni sono differenti per uomini e donne. «Mentre per i primi la procedura è relativamente semplice - dice la Bartolotti -; per le donne l’atto della donazione prevede anche terapie ormonali e un piccolo intervento chirurgico».

La responsabile sottolinea che a livello nazionale saranno applicate le stesse linee guida per tutte le regioni anche per i rimborsi per donatori e donatrici. La dottoressa ricorda che nel 1986 ad ogni donazione maschile, in Italia, era corrisposto un rimborso di circa 30mila lire. «La priorità è coinvolgere gli italiani - dice la dottoressa -. Possono donare gli uomini dai 18 ai 40 anni e le donne dai 20 ai 35 anni. Sarebbe bello poter arrivare a creare una rete di centri per le donazioni. Altrimenti l’unica soluzione sarà fare arrivare dall’estero i gameti».

 

 

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