Il “rebus” di Largo Firenze a Ravenna, "zona non risolta" da rilanciare

Ravenna

RAVENNA. Nel programma di riqualificazione della zona dantesca in vista del 2021 e del VII centenario della morte del “sommo poeta” si fa riferimento al Museo dantesco, a un nuovo accesso alla tomba di Dante, all’apertura di un ingresso su piazza Caduti della biblioteca Classense, ma non appare Largo Firenze. O perlomeno non vi è cenno a un cambio di destinazione d’uso rispetto all’attuale parcheggio da 80 posti auto, che potrebbe essere risistemato come è avvenuto per piazza Baracca.

Un obiettivo minimo per il consigliere di LpRa Alvaro Ancisi che ciclicamente richiama l’attenzione su quello spazio urbano che solo la furia dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale ha consegnato ad un uso pubblico. Orti, giardini, abitazioni a chiudere il fronte di via Guaccimanni hanno sempre tenuto nascosto il sito ai ravennati. Poi piani regolatori, progetti e un concorso hanno tentato di dare una dignità al luogo dal nome evocativo, ma nulla è cambiato. Il palazzo dei congressi, unico stralcio del progetto vincitore di un concorso anni Ottanta e un edificio d’angolo su via Guaccimanni sono gli elementi di novità degli ultimi 20 anni. Il progetto vincitore di Carlo Aymonino del 1982 non vide la luce e fu poi modificato da un gruppo guidato da Aldo Aymonino, Claudio Baldisserri, Roberto Evangelisti, Nullo Pirazzoli, Lorenzo Sarti, Maurizio Scarano (1987-1988).

Lo storico

Alberto Giorgio Cassani, docente all’Accademia di belle arti di Venezia e di Ravenna, storico dell’architettura e cultore di vicende ravennati, non nasconde le difficoltà legate alla riqualificazione di Largo Firenze.

«Ora è una zona architettonicamente non risolta. Togliere il parcheggio presuppone una soluzione diversa per le auto altrove. L’area risulta un retro di tante cose, dell’abside di San Francesco, di muro cieco di una scuola, dell’ala Quaroni della Cassa di Risparmio. Una stratificazione non facile dal punto di vista progettuale, un tale ammasso di cose diverse, due di pregio: l’abside di San Francesco e Quaroni. Fra le idee emerse in questi anni c’è quella di un parcheggio multipiano, ma vedere un tutto pieno sarebbe un contraccolpo per la memoria visiva cittadina. Anch’io feci un progetto all’esame di stato, pensai per Largo Firenze una serie di strutture aperte, leggere, basse, adatte allo svolgimento di un mercatino stabile, lasciando molti vuoti nella piazza. Mi rendevo conto di essere di fronte a un non finito».

Il coraggio e il non finito

Cassani cita il progetto del celebre architetto Giovanni Michelucci negli anni Sessanta, poi il progetto vincitore del concorso che non saturava la piazza con un parcheggio sotterraneo e al centro una fontana, uffici comunali collocati sul perimetro del Largo. «Grandi progettisti si sono alternati, con alterne fortune: da Quaroni (realizzato) a Michelucci (Auditorium). Poi la proposta del 1974 di Teprin Associati (Baldisserri, Minardi e Grossi) pubblicata su “Casabella”, n° 401, 1975. Infine il concorso del 1982, cui partecipò anche Marco Dezzi Bardeschi autore del progetto di conservazione della Classense, recentemente scomparso, e in cui risultò vincitore il gruppo formato da Aldo Aymonino. Si può essere a favore o contro un progetto, ma non è possibile che in Italia non si abbia mai “la certezza della pena”: si vince, ma non si vede realizzata la propria opera (infiniti gli esempi, dall’ingresso agli Uffizi di Arata Isozaki, al Palazzetto dello sport di Piano, proprio a Ravenna, alla recente polemica sul progetto di ampliamento del Palazzo dei Diamanti a Ferrara)».

Che fare?

«Siamo di nuovo ai blocchi di partenza: che fare di questo slargo? Da segnalare l’Osservazione al 2° Poc, in data 15 gennaio 2018, a firma di Mattia Galli, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ravenna (e dunque anche a nome di Lorenzo Sarti), per il “Ripristino/inserimento nel 2° Poc della scheda CS04 Largo Firenze”, vale a dire, come sottolineato al punto 2, «di prevedere interventi volti a trasformare un “largo” in una “piazza” con cortina edificata, pk interrati se possibile dopo indagini, assoggettando il tutto a concorso di idee o di progettazione. L’osservazione è stata accolta dall’Ufficio di Piano in data 14 marzo 2018. Mi sembra un buon punto di partenza. L’importante sarebbe discuterne un po’ tra esperti (le “élite”...) e la cittadinanza (il “popolo sovrano”). Chissà che non ne esca qualche buona idea».

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