Libro rarissimo della Classense in mostra a Francoforte

Rimini

RAVENNA

Non è il primo viaggio ma è una trasferta importante per il Plinio, conservato dal 1719 fra le gemme più rare della biblioteca Classense. L’incunabolo rimarrà fino al 10 giugno in mostra al museo del Duomo di Francoforte fra i capolavori della stampa, in occasione del 550° anniversario della morte di Johannes Gutenberg, inventore dei caratteri mobili.

Il libro ravennate, in due volumi, è la Naturalis historia di Plinio Il Vecchio, impresso nel 1469 a Venezia da Giovanni da Spira su pergamena, poi miniata. Un’assoluta rarità: la stampa infatti veniva quasi tutta tirata su carta e a oggi si conoscono solo altri due esemplari stampati su pergamena, uno dei quali conservato alla Biblioteca Nazionale di Francia e anch’esso presente in mostra insieme al “fratello” ravennate. Il terzo è conservato a Vienna. La tiratura fu di 300 esemplari ma solo una piccola parte, forse fra i 20 e i 40, esemplari su pergamena.

La mostra

Le due rarissime copie membranacee, quella ravennate e quella parigina, sono esposte una accanto all’altra nella stessa teca di vetro per la prima volta a Francoforte, nuovamente vicine come erano state, nella tipografia veneziana dove videro la luce. Il merito di questo incontro va alla figura del collezionista, mecenate, Peter Ugelheimer (Francoforte sul Meno, ca. 1442/1446 – Milano, 1488), di cui la mostra ricostruisce l’attività come libraio tra Venezia e la città natale e documenta la sua straordinaria collezione. Fu considerato un protagonista di quella rivoluzione mediatica e un finanziatore dei primi stampatori veneziani. L’esposizione si compone di circa 50 pezzi, provenienti dalla Germania, dalla Francia, dall’Olanda e dall’Italia riuniti negli spazi del Kaiserdom.

L’esemplare ravennate, in Classense considerato una sorta di monumento della stampa a metà strada tra la tipografia e la bottega, ha viaggiato in aereo in una valigetta blindata al seguito di una conservatrice e di una guardia giurata. I valori assicurativi infatti superano i 2 milioni di euro.

L’abate

«Ad acquistarlo – racconta il direttore della biblioteca Maurizio Tarantino – nel 1719 a Roma, fu il genius loci della Classense, l’abate Pietro Canneti (1659-1730), che a ragione valutava i volumi “degni di una libreria reale, essendo perfettissimi, e nobilissimi per tutti i capi”. Canneti, da abile studioso qual era, comprese subito anche l’eccezionale qualità delle miniature che ornano i volumi, definendole “superbissime”. Gli studiosi oggi le assegnano al miniatore padovano Giovanni Vendramin, attivo dal 1466 al 1509, che coltivò un repertorio antiquario e nella cui opera sono leggibili influssi di Donatello, Andrea Mantegna e della cultura figurativa padovana della seconda metà del Quattrocento. Straordinario è il suo frontespizio architettonico, che qui appare per la prima volta in un volume a stampa».

Non è stato finora identificato il committente dei due volumi, l’ipotesi più accreditata è che si tratti del veneziano Iacopo Zeno, vescovo di Padova, per il quale Vendramin e i suoi collaboratori decorarono numerosi incunaboli.

Nel tempo i volumi della Naturalis historia sono stati esposti ad Atene nel 2003; a Firenze nel 2010 e nella stessa Classense, 2011.

Il Plinio rimarrà nel museo del duomo di Francoforte fino al 10 giugno all’interno della mostra Oltre la pergamena: il mondo. Il mercante Peter Ugelheimer di Francoforte e l’arte del libro miniato nella Venezia del Rinascimento.

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