Cinque stelle, i delusi del Movimento ora guardano al partito di Pizzarotti

Rimini

RAVENNA. Acque agitate nel mondo che gira attorno al Movimento 5 stelle, ma dalla città che ha perso l’uso del simbolo e ora ha un candidato nel collegio uninominale della Camera sospeso, potrebbe partire una sorta di gemellaggio con Parma nel segno del sindaco Pizzarotti. Dopo la sospensione del candidato David Zanforlini per una presunta affiliazione nel passato alla massoneria, a qualche giorno dalla prima assemblea pubblica del M5S poco partecipata, e dalla presa di distanza dell’ex consigliere Pietro Vandini e l’uscita dal blog e dalla piattaforma Rousseau della consigliera comunale di Cambierà Samantha Tardi dal mondo dei delusi del movimento si segnalano novità.

La carta Pizzarotti

Tra gli esclusi a 5 stelle il progetto che più appare strutturato è quello del sindaco di Parma Pizzarotti che ha lanciato il progetto di Italia in Comune, ovvero una sorta di partito dei sindaci espressione di liste civiche. Così la consigliera Tardi non nasconde la propria preferenza. «Valuto quello che fa il sindaco Pizzarotti con interesse e attenzione come ho sempre fatto. Vedremo cosa succederà dopo le elezioni». Da Parma il sindaco, parla chiaro e guarda alle regionali del 2019 con un progetto che potrebbe interessare la lista civica Cambierà. «Oggi ha inizio la fase costituente di un partito che manca nel Paese - scrive Pizzarotti in un post - dove centrali saranno la competenza e il pragmatismo degli amministratori locali, gli unici veri politici ad avere ancora un contatto diretto con i cittadini e con il territorio. Italia in Comune nasce come movimento politico formato da oltre 400 amministratori locali eletti in liste civiche di tutta Italia, che non mira - viene sottolineato - alle Politiche del 2018 ma che intende costruire la nuova classe dirigente del Paese, partendo dall’esperienza amministrativa dei territori».

Le attese e le delusioni

Un progetto che potrebbe incontrare quello in atto a livello nazionale portato avanti, sostengono fonti giornalistiche, da alcuni fuoriusciti come l’eurodeputato David Borrelli. Intanto in città l’ex consigliere del M5S Pietro Vandini deluso spiega: «I fatti di questi giorni dimostrano che gli inaffidabili non eravamo noi. La dirigenza bolognese con le proprie scelte ha ottenuto risultati pessimi, penso a Budrio, Comacchio e Ravenna dove non c’è più una base organizzativa. Il cosiddetto filtro di qualità ha fatto più che altro danno e se i vertici del movimento non cambieranno le cose in regione dando la possibilità di ricominciare sui territori, certamente non resterà altro che guardare con interesse un percorso civico come quello di Pizzarotti. Io spero ancora in un terremoto interno».

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