Impianto di gas liquido, poca fiducia tra i cittadini: «Bomba ambientale»

Rimini

RAVENNA. Come alcuni mesi fa la sala dell'ex circoscrizione di Marina di Ravenna è piena. Tutti sono in attesa di conoscere gli sviluppi del progetto del nuovo deposito costiero di gas naturale liquido Gnl proposto dalla Pir. L'iter autorizzativo è alle fasi finali ma i cittadini con una petizione esprimono paura e preoccupazione e chiedono nuove indagini. Il pubblico in apertura, in silenzio ascolta la relazione tecnica dell'ingegner Barberi della direzione regionale dei vigili del fuoco. Si parla di iter lunghi per un insediamento tanto complesso da prevedere interventi migliorativi per ridurre rischi di incidente rilevante. Oltre alla sicurezza anche la procedura di impatto ambientale, ricorda Alberto Rebucci di Arpae, è in corso. La conferenza dei servizi si riunirà entro dicembre poi i ministeri dello Sviluppo economico e dei Trasporti. Dal punto di vista ambientale a preoccupare sono le emissioni in atmosfera dei motori di raffrescamento del deposito e quelle delle gasiere e delle autobotti. In termini di pm 10 si parla di 11,75 tonnellate annue in più. Ma esistono possibilità di compensazione, sostiene Rebucci specie in un contesto turistico e di parco. Anzi sono indispensabili. Pir ritiene di poter ottenere risultati in termini di emissioni con l'aumento dei trasporti a gnl. Un'ipotesi questa che per Rebucci appare una scommessa. Il Gnl usato nei trasporti riduce le emissioni, ma Arpae vuole in concomitanza della costruzione dell'impianto anche garanzie: allora spazio all'uso di ferrovia, bus urbani, camion e traghetto a gnl e nei parcheggi ricariche elettriche per auto e bici. Rebucci si dice soddisfatto della risposta dell'azienda che intende ridurre le emissioni anche nell'attuale insediamento Pir. Se il traghetto sarà a gnl il pm10 scenderà da 26,3 a 1,3. Ma dalla platea sale l'ansia, i cittadini chiedono tutele e contropartite per il territorio che non siano solo i 40 posti di lavoro. Il sindaco De Pascale prende la parola e affronta il tema del rischio per il centro abitato. Il raggio di rischio si è ristretto a 140 metri, escludendo le scuole, assicura, ma un residente usa la parola bomba ambientale, un altro chiede a chi conviene questo insediamento, si parla di navi in entrata nel canale e di possibili incidenti, una mamma chiede sicurezza per tutti e dalle ultime file un signore dichiara: non mi fido più di nessuno con quello che respiro. Ma il primo cittadino non cede e replica: «Se gli aspetti della sicurezza e quelli ambientali sono garantiti questo investimento sarà un'opportunità, ci sono autorità in grado di valutare i rischi».

In sala ascoltano in silenzio gli assessori Baroncini e Fagnani e i consiglieri comunali Gardin, Mantovani, Verlicchi, Tardi, i consiglieri territoriali del Mare e il presidente della pro loco Marino Moroni.

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