Cinghiali "ibridi" in pineta prevista la cattura non cruenta

Nel corso della commissione le guardie ecologiche volontarie di Legambiente Gabriele Abrotini e Giacinto De Renzi hanno raccontato il primo avvistamento all’inizio di gennaio di sei esemplari per nulla intimoriti dalla presenza dell’uomo. L’esistenza di un adulto non è stata mai documentata e questo fa supporre che il gruppo, probabilmente proveniente da un allevamento non autorizzato, si muova nelle aree protette senza una guida. Le ultime tracce (definite dagli esperti grufulate) e le ultime immagini risalgono ai primi giorni di febbraio, poi nessuno ha più visto gli ibridi, non è escluso che l’attenzione mediatica abbia fatto aumentare i curiosi pronti ad avventurarsi in area protette e di fatto spinto i cinghiali ad addentrarsi in zone remote della pineta. Nessuno al momento ha la certezza che gli animali siano ancora vivi, ma la “caccia” degli uomini di Nobili inizierà a breve. Dai consiglieri Chiara Francesconi del Pri e Rosanna Biondi della Lega è arrivato l’appello a una maggiore attenzione verso allevamenti non autorizzati di fauna selvatica mentre Patrizia Strocchi del Pd ha chiesto di avere notizie circa la destinazione finale degli animali catturati. Daniele Perini di Ama Ravenna ha colto l’occasione per avere notizie sulla presenza o meno di macellazioni abusive. Dalla dottoressa Diana Venturini dell’Ausl è arrivata la rassicurazione circa l’assenza di allevamenti non censiti di cinghiali selvatici e circa le macellazioni che sono circoscritte a rari ambiti domestici per pochi capi di animali allevati per consumo familiare.