Il soprintendente Cozzolino: ok al Sigarone

Rimini

RAVENNA. Una rivoluzione investe il ministero dei beni culturali, il ministro Dario Franceschini cancella per decreto le soprintendenze archeologiche regionali, elimina quelle ai beni artistici e riassegna tutti gli incarichi dirigenziali. In città il soprintendente ai beni architettonici Giorgio Cozzolino è in attesa di conoscere il proprio destino: a meno di un anno dalla nomina vorrebbe rimanere e quando si aprirà la fase di scelta delle sedi, Ravenna rimarrà in cima alla lista delle opzioni. In città infatti sono aperte alcune questioni che Cozzolino vorrebbe seguire da vicino, dalla sistemazione di piazza Kennedy in vista della riqualificazione al recupero del magazzino ex Sir, edificio in mano all’immobiliare Platani, posto in darsena. Il tutto arriva dopo la prima fase di riorganizzazione che ha visto la nascita di un polo museale regionale al quale fanno capo ora la gestione del museo nazionale, della basilica di Sant’Apollinare in Classe e del mausoleo di Teodorico.

Con la nascita della nuova soprintendenza passerà al soprintendente ravennate la gestione dello scavo di piazza Kennedy. Cosa ne pensa dei risultati finora?

«Dal mio punto di vista se la situazione resta questa, non sono emerse cose ignote e di eccezionale interesse. Spetta al Comune decidere come sistemare la piazza e quale variante progettuale scegliere per conservare quanto è emerso. Da parte nostra c’è la massima disponibilità in relazione all’importanza dei ritrovamenti. È tutto da decidere».

In darsena è rimasto sospeso il progetto di riqualificazione del magazzino ex Sir, a che punto è?

«Stiamo attendendo il parere per alcune piccole demolizioni, poi procederemo con l’approvazione del progetto. Rispetto al progetto originale sono state recepite alcune nostre indicazioni al fine di rispettare al meglio il vincolo».

Quando potrebbe arrivare l’autorizzazione?

«Se tutto procede secondo le previsioni fra qualche mese. Si tratta di un intervento strategico che può fare da traino per l’intera Darsena, un comparto di eccezionale interesse».

Fra i compiti della soprintendenza c’è la tutela paesaggistica, ci sono situazioni che vi preoccupano?

«Siamo in attesa di riprendere con la Regione l’attività di aggiornamento del piano paesaggistico. Per ora nella gestione ordinaria riscontriamo abusi contenuti, direi fisiologici, forse un po’ meno lungo le coste, in ambito balneare. Quando avremo il nuovo piano arriveremo a una reale semplificazione delle procedure».

Per la città e per i cittadini cosa cambia con la riorganizzazione voluta dal ministero?

«Avremo una sola soprintendenza per Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini che si occuperà di archeologia, belle arti e paesaggio. Mi aspetto che con le competenze arrivino anche i funzionari. Quindi tre archeologi e tre storici dell’arte che già si occupavano della Romagna. In questo momento non abbiano neanche specialisti per la vigilanza e restauro delle opere mobili».

Quindi cosa potrebbe accadere?

«La riorganizzazione potrebbe avere anche effetti positivi per i cittadini che avranno un solo interlocutore sul territorio, ma senza adeguate professionalità sarà difficile reggere la nuova sfida. Siamo già sotto organico con gli architetti, invece di 11 siamo 6».

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