«Mi hanno sottratto dei documenti»

Rimini

RAVENNA. Diffide, veleni, sparizioni di documenti, liste occulte, non c’è pace all’interno del Movimento 5 stelle ravennate. La campagna elettorale per le comunali 2016 non è ancora ufficialmente aperta e la candidata Michela Guerra è già in trincea. All’orizzonte non ci sono però gli avversari in corsa per palazzo Merlato, ma si muovono nemici interni. «Con il mio avvocato Laura Lecchi - spiega Michela Guerra -, stiamo scrivendo alcune diffide contro persone del movimento o vicine ad esso che mi hanno diffamato mettendo in dubbio la mia onestà, cercando di delegittimarmi usando chat e mezzi informatici. Inoltre durante l’assemblea, che mi ha indicato come candidata sindaco, ho mostrato l’originale delle mie dimissione dal consiglio di amministrazione della clinica San Francesco e dalla presidenza provinciale dell’Aiop, documenti che mi sono stati sottratti e non sono più in mio possesso. Anche ai vertici del movimento a Milano sono a conoscenza di quanto sta accadendo in città. Sono convinta che la diffamazione nei miei confronti può essere utile solo in vista di una seconda lista che sappiamo di fatto essere stata inviata a Milano. Bene allora che si palesino. L’11 gennaio c’è una nuova assemblea chiedo che escano allo scoperto, invece di tramare nell’ombra». Un groviglio complicato da capire dall’esterno ma possibile grazie alla mancanza di strutture interne alla creatura di Grillo. La volontà espressa dall’assemblea infatti deve essere certificata dai vertici del movimento, ma fino ad allora nessun regolamento vieta ad altri iscritti di procedere con la presentazione di un candidato e una lista da certificare. Un caso già avvenuto altrove, che aprirebbe la via di una competizione interna, da giocare però con il voto online esteso a tutti gli iscritti al portale di Beppe Grillo residenti nel comune, e non più circoscritto ai soli aderenti all’assemblea del meetup ravennate. Ad animare la fronda, sostengono Guerra e il capogruppo Pietro Vandini, sarebbero la consigliera Francesca Santarella e figure note di associazioni e gruppi ambientalisti ravennate e di Russi, di fatto in posizione minoritaria, e pronti a giocare il tutto per tutto per correre sotto l’ombrello del Movimento 5 stelle, ottenendo così percentuali e un peso politico mai sfiorati in precedenza. «Il sentimento prevalente ora - assicura Michela Guerra - è la rabbia, il nostro è un percorso lineare, alla luce del sole, partito l’estate scorsa, dall’altra parte vedo tante persone espulse da altri partiti, ben contente di rappresentare l’opposizione, noi invece vogliamo governare, vogliamo vincere». Un M5S diviso e litigioso è un dono per il Pd, inquieto all’idea di un ballottaggio faticoso e per l’asse Lega nord LpRa ancora senza candidato, ma con l’ambizione di raggiungere il ballottaggio. «È stupefacente - conclude Vandini - che a denigrare Michela siano persone che si pongono come i veri detentori dei principi del movimento. Ma Michela Guerra, buttandosi in questa avventura, cosa ci perde? Lei non ha bisogno della politica, come avviene per tanti in città che si buttano per avere qualcosa. Lei invece sacrifica qualcosa della propria vita».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui