De Pascale: "Porterò avanti il lavoro di Liverani"

Rimini

RAVENNA. Acclamato all’unanimità dall’assemblea del Pd come l’unica figura capace di tenere unito il partito dopo l’improvvisa scomparsa del candidato sindaco Enrico Liverani, Michele De Pascale intasca la candidatura per le comunali del 2016, conserva il ruolo di segretario provinciale del Pd e si dice pronto a correre per diventare il nuovo inquilino di palazzo Merlato. Trent’anni, cervese, un’esperienza da amministratore nel comune di Cervia come assessore al turismo, De Pascale non riassume le caratteristiche classiche del candidato di lunga esperienza, maturo, molto noto in città, ma nonostante ciò non nasconde il proprio entusiasmo. Ha condiviso con Liverani ogni passo nel lavoro di costruzione del programma e assicura: «La mia non deve essere intesa come una candidatura nata da un’emergenza».

Nonostante la sua sia un’investitura annunciata, come vive questi primi giorni da candidato?

«Il voto dell’assemblea mi ha riempito di orgoglio e di gioia. Ho un profondo senso delle istituzioni, sento la responsabilità di riunire una coalizione larga che deve parlare a tutti i cittadini. Ho condiviso la visione di Liverani per migliorare la vita dei cittadini e lo faremo attraverso migliaia di azioni concrete. Nonostante il duro colpo subito, abbiamo l’energia necessaria».

Da segretario del Pd a candidato sindaco, è pronto al cambio di prospettiva?

«Mi è del tutto chiaro il cambio di ruolo. E ho altrettanto chiari gli interessi e i cittadini che voglio difendere».

Pensa che gli elettori riterranno la sua giovane età un problema?

«La mia è considerata una età giovane in Italia, meno in Europa. Non lo considero un merito o una colpa, ma un dato oggettivo. Ci sono persone più o meno brave a tutte le età».

Non è nato a Ravenna e non vive in città. Queste saranno le accuse più ricorrenti da parte degli avversari. Come risponde?

«Amo questa città. Penso a un progetto forte e innovativo e su questo chiederò il giudizio degli elettori».

Come proseguirà il lavoro sul programma di governo?

«Sotto il tendone di Immagina Ravenna ho condiviso le parole di Enrico sui diritti, l’accoglienza, sulla pari dignità fra città e forese. Parole scolpite a fuoco nel mio cuore».

Quali sono le preoccupazioni maggiori?

«Credo che occorra lavorare su 5 punti qualificanti per elevare il livello e le ambizione della città. Prima di tutto faremo un proposta per collocare i materiali di escavo del Candiano. Poi chiederemo parole chiare sulla chimica a Ravenna non sull’oggi ma in vista dei prossimi venti anni. E poi il turismo».

Che cosa deve fare la città per farne un settore cruciale della propria economia?

«Ravenna deve avere l’ambizione di diventare una delle capitali mondiali del turismo. Oggi viaggia con il freno a mano tirato. A partire dalla promozione e gestione dei siti artistici e culturali che deve diventare degna alla qualità europea. Dobbiamo fare cambiamenti siderali. Per i lidi l’offerta turistica balneare deve essere complementare con quella riminese e recuperare una posizione di leader».

L’ultimo punto?

«Penso al destino dell’ospedale. In primavera verranno nominati il primario di ematologia e oncologia. Se verrò eletto mai mi occuperò di nomine di primari. Ma Ravenna deve avere figure di livello internazionale. Nel rispetto delle vocazioni, individuate per ciascun territorio, dobbiamo alzare il livello di qualità senza duplicare ambiti».

Che ruolo deve avere Ravenna su scala romagnola?

«Credo che debba dimostrare protagonismo e grinta. Nel riordino istituzionale, non ancora chiaro, deve avere un ruolo guida per la costruzione della Romagna. Ravenna ha le competenze e la determinazione per guidare il processo al di là dei campanili».

Infine gli alleati.

«I contatti con gli alleati sono finora positivi, penso ai segnali lanciati dal Pri. Ho apprezzato l’appello dei sindaci Pisapia e Zedda all’unità nel centrosinistra. Poi ci sarà tanto civismo grazie a tutte le liste che vorranno appoggiarci».

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