Profughi a Marina, il Comune dice no

Rimini

RAVENNA. Seduta infuocata ieri in consiglio comunale, il sindaco Matteucci risponde ai question time dei consiglieri Alvaro Ancisi di LpRa e Paolo Guerra della Lega nord sulla tema della accoglienza dei profughi. Il primo cittadino esclude la sistemazione in alberghi e quindi assicura che non andranno a Marina di Ravenna o in altri lidi. Una presa di posizione che arriva dopo che il prefetto Francesco Russo ieri mattina ha incontrato tutti i sindaci della Provincia. Per alcuni si dovrebbe aprire la via della convenzione con la prefettura per gestire direttamente un numero di arrivi concordato. Ma Matteucci intende seguire la via di un’accoglienza calmierata, con gruppi massimo di 10 persone per edificio, un metodo tutto da costruire. «Credo sia la scelta giusta e possibile - assicura il primo cittadino -. E’ la scelta giusta perché l’accoglienza produca integrazione e non segregazione per chi arriva; sicurezza e non insicurezza per tutti. Si può fare dal punto di vista pratico. Dieci persone con una dotazione di 10 mila euro al mese a disposizione dei gestori. Si deve fare. Con questo criterio di buon senso gli alberghi sono tagliati fuori: non sono d’accordo con le dichiarazioni del presidente di Federalberghi. Ammassare decine di persone in un albergo non va bene, né d’estate, né d’inverno. Ricordo a tutti che l’accoglienza dei profughi non è un business». La disponibilità offerta da don Ugo Salvatori di ospitarne 77 nella struttura Mare Pineta di Marina di Ravenna aveva creato allarme e proteste da parte dei residenti e di Federalberghi di Confcommercio. Da parte sua Matteucci davanti al consiglio comunale usi toni perentori. «Gli alberghi no, punto e basta. Dunque sono in grado di dare le più ampie rassicurazioni che questo ammassamento di persone non avverrà in nessuno degli alberghi del territorio del Comune. La scelta del tetto di 10 persone per edificio, a mio parere, si può fare anche dal punto di vista giuridico. Ho concordato questa mattina con il Prefetto l’opportunità di studiare insieme gli aspetti tecnici della sua applicazione, visto che abbiamo condiviso, nella sostanza, il paletto delle 10 persone per edificio. Fin qui la Prefettura ha lavorato molto bene: il Comune ha dato l’aiuto che doveva».

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