«Vogliamo fare il bagno più bello d'Italia, non possiamo fermarci per la burocrazia»

Rimini

RAVENNA. Doveva essere questione di poco invece slitta ancora la pubblicazione dell’esito della gara di assegnazione del Marinabay, il mega stabilimento balneare chiuso dal 2013, dopo il sequestro preventivo. Ormai sfumata l’apertura per il 2015, Carlo Monaco del bagno White Beach, nella cordata ravennate che ha partecipato all’asta bandita dal Comune, nella quale figura anche Alessandro Zangaglia, patron dell Bbk di Punta Marina, capace di lanciare locali come il Santa Fè e il Mowa, non nasconde le proprie preoccupazioni, non tanto per la competizione con un gruppo di imprenditori bergamaschi quanto per i tempi sempre più lunghi. «In Comune si sono presi altre tre settimane per decidere. Prima della fine di maggio non si saprà nulla. Forse vogliono essere estremamente sicuri prima di stilare la graduatoria. Abbiamo partecipato con un progetto ambizioso, rivoluzionario. Vogliamo fare lo stabilimento più bello d’Italia non solo di Marina di Ravenna. Ma ci devono dare la possibilità di farlo. Parliamo di una struttura aperta tutto l’anno che darà lavoro a 30 - 40 persone. Non si può tenere ferme le cordate in gara, pronte a investire, per problemi burocratici».

L’orizzonte del 2016 per rimettere in produzione un’area di 14 mila metri quadrati, mille coperti, non è poi così lontano, anche perché le previsioni iniziali indicavano procedure più snelle per il bando di gara. «Se dovessimo vincere - spiega Monaco - non so se riusciremo ad aprire neanche nel 2016. Dall’assegnazione della gara devono passare 60 giorni per eventuali ricorsi, poi c’è l’affidamento della concessione, quindi si arriverebbe a fine luglio. A quel punto ci sarebbero i tempi di approvazione del progetto in seguito, nella stagione invernale si può fare poco. Abbiamo tante idee ma la burocrazia infinita blocca ogni cosa. Siamo preoccupati, chi vincerà non sa cosa lo aspetta, è stato concesso un solo sopralluogo».

In ballo c’è una ristrutturazione che passerà di molto i 500 mila euro su una concessione ventennale, vista la doppia natura del Marinabay stabilimento balneare e pubblico esercizio e quindi non sotto lo spettro della direttiva Bolkstein. Per vedere il nuovo Marinabay riqualificato non solo in termini materiali ma anche di immagine bisognerà allora attendere il 2016: lo stabilimento balneare era andato sotto sequestro preventivo nel 2013 con una società in cattive acque, indebitata a tal punto da non pagare i canoni demaniali e da essere oggetto delle attenzioni della ’Ndrangheta, secondo l’ipotesi accusatoria, contenuta nell’inchiesta “Aemilia”.

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui