Il governo taglia in due il collegio di Ravenna

Rimini

RAVENNA. Non c’è più spazio per la diplomazia e il politichese nelle parole del segretario provinciale del Pd, Michele De Pascale, mentre commenta la decisione del consiglio dei ministri di ridisegnare i collegi elettorali in funzione dell’Italicum. È un frutto avvelenato quello che arriva da Roma, con il territorio ravennate diviso in parte fra Ferrara e Bologna a tutto vantaggio della seconda, che De Pascale definisce «ingorda».

«Questa mattina il consiglio dei ministri ha approvato i collegi dell’Italicum assumendo la decisione di spaccare a metà il territorio della provincia di Ravenna: Faentino, Bagnacavallo, Cotignola, Bagnara e Russi con Imola e Bologna e il resto del territorio con Ferrara. Abbiamo alacremente lavorato - prosegue il segretario - per settimane per scongiurare questo scenario che oltre a dividere il nostro territorio non tiene nemmeno conto dei confini dell’unione dei comuni della Bassa Romagna».

Le soluzioni contenute nella relazione del senatore Collina non prevedevano soluzioni miste ma il ravennate con Ferrara oppure con Bologna, che ora avrà due collegi grazie alla città metropolitana. «Le nostre ipotesi alternative, che salvaguardavano l’unitarietà del nostro territorio provinciale - assicura De Pascale - si sono scontrate con la scarsa attenzione del Governo e con l’ingordigia del territorio di Bologna che, mai sazio, pensa in questo modo di sottrarre alla Romagna parte della sua rappresentanza parlamentare. I parlamentari bolognesi hanno preteso una divisione che di fatto fa scattare un deputato in più con i voti ravennati. Così un cittadino di Russi o di Cotignola eleggerà un bolognese. Ma se non cambia qualcosa noi faremo campagna elettorale anche nei loro territori».

Un clima da disfide d’altri tempi che De Pascale tiene subito a definire non una battaglia del Pd. «Sappiamo bene che il Pd non vincerà per sempre, in questo modo si danneggia la rappresentanza di tutti i partiti ravennati che saranno meno presenti in parlamento».

I nuovi collegi ricalcano le vecchie suddivisioni del Mattarellum, ma allora il faentino e parte della Bassa Romagna non erano aggregati a Bologna. Ora rimane la Romagna con Forlì, Cesena e Rimini; Bologna con due collegi, e le città emiliane ciascuna con un collegio. «Ci auguriamo - conclude De Pascale - che possa prevalere il buon senso e si possa tornare indietro rispetto ad una decisione che penalizza ingiustamente il territorio della nostra provincia a prescindere da chi dovesse risultare vincitore alle elezioni. Per quel che riguarda il Pd - ha concluso - pretenderemo dai territori di Bologna e Ferrara e dal Pd regionale e nazionale quel rispetto che in questa circostanza è pesantemente venuto meno».

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