Spadoni torna a "Nascere"

Rimini

RAVENNA. Riprende il filo della narrazione poetica Nevio Spadoni e concentra gli ultimi tre anni di lavoro nella raccolta “Nèsar. Nascere”, edita da LietoColle con la prefazione di Clelia Martignoni. Così, dopo la cura dell’antologia “D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del Novecento” con Gianfranco Lauretano, il poeta ravennate torna alla lingua romagnola e nel solco delle raccolte precedenti “Un zil fent” e “Cal parôl fat in ca” quest’ultima con prefazione di Ezio Raimondi, presenta 55 poesie, rapprese in pochi versi densi, nei quali riaffiorano il passato, il mondo dei ricordi ma i piedi rimangono ben saldi nelle situazioni dell’oggi. Emergono così l’aspetto ironico, sferzante, il sarcasmo ma anche la durezza del monito, in una poesia esistenziale con forti venature sociali; le parole si fanno crude, nette a cogliere il senso tragico della vita. «Si tratta di una poesia – spiega Spadoni – sospesa fra passato e presente, fra mondo rurale e dimensione urbana. Non uso parole italiane dialettizzate, la mia diventa una sorta di ricerca archeologica perché ogni parola esprima davvero il mondo che rappresenta. Il romagnolo è stato per me la prima lingua, appartengo a una generazione cresciuta bilingue».

Una poesia di «sguardo» la definisce Clelia Martignoni dove la fragilità dell’esistenza si oppone alla critica di molte convenzioni e modi di pensare odierni, come la fretta, l’accumulo di cose possedute. Non mancano le istantanee sul presente Ravèna incù (Ravenna oggi); I Fion Unì (I Fiumi Uniti); E incù la pgnéda dedicata al recente incendio doloso della pineta di Lido di Dante. «Si rinvengono in Nèsar – scrive Clelia Martignoni – di fatto una serie di caratteri costanti della poesia di Spadoni: l’intreccio raffinato e autentico di popolarità e cultura; il nucleo della sapienza antica e condivisa della civiltà contadina, che dà coesione di fondo ai frammenti; la vitalità delle molteplici voci monologanti-dialoganti».

Spadoni, nato a San Pietro in Vincoli, vive a Ravenna, dove ha insegnato filosofia nei licei cittadini; alle numerose e fortunate raccolte poetiche in romagnolo che gli sono valse premi come il Gozzano 2013 e Autori Siae 2014, ha affiancato l’attività pubblicistica e fortunati testi teatrali, rappresentati dal Teatro delle Albe in tutto il mondo, da Lus, all’Isola di Alcina alla Persa, fino a Galla Placidia per “Ravenna festival”, raccolti nel volume Teatro in dialetto romagnolo (Edizioni del Girasole), e i più recenti Fiat lux, e’ fat dla creazion e Anàstasis, edizioni L’arcolaio.

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