Dopo gli ultimo due incidenti sul lavoro costati la vita a Pierantonio Ferraresi e Vasile Burcut, Ravenna in Comune aderisce al presidio indetto dallo Slai Cobas per domani, lunedì 21 febbraio, alle 16.30 alla rotonda Lussemburgo davanti a via della Lirica, per “chiedere al sindaco di Ravenna di rendere operativo l’Osservatorio per la legalità e la sicurezza del lavoro finanziandone i lavori in seno al Comune di Ravenna”. Un’azione di protesta per rimarcare che “i morti, i feriti e le loro famiglie meritano più attenzione e meno chiacchiere di circostanza”.
“Vasile, 52 anni, nato in Romania, sposato. Antonio, 44 anni, nato in Italia, sposato con due figli. Due vite interrotte. Due famiglie travolte. Due morti su lavoro, per lavoro, di lavoro. Se siano anche stati omicidi lo indagheranno le procure. Di sicuro c’è che entrambi sono precipitati dall’alto schiantandosi a terra. Vasile il 4 febbraio in un cantiere di via Carso a Ravenna, Antonio esattamente due settimane dopo, il 18 febbraio, mentre stava potando i pini di via Capua, a Cervia”.
Ravenna in Comune è critica sulla situazione sicurezza sul lavoro nella provincia di Ravenna. “Si cade dall’alto di capannoni, di ponteggi, di gru. Precipitano anche i tetti, le impalcature, i bracci meccanici. Se il 15% dei morti appartiene al settore edilizia/manutenzioni, più della metà di questi si verifica per cadute dall’alto. Non è una patologia imprevista e imprevedibile ma un rischio assolutamente prevedibile, che va preventivato e, proprio perché conosciuto, può essere evitato attraverso pratiche e mezzi di protezione idonei. Se si continua a cadere, allora, c’è qualcosa che non va, ma non nelle pratiche e nei mezzi di protezione. Non va nel modello di lavoro. È il profitto a uccidere, ferire, provocare malattie professionali. Basta seguire i soldi, come insegnava Falcone, per trovare i responsabili delle morti, dei ferimenti, delle patologie ‘da lavoro'”.
Ravenna in Comune non è fiduciosa riguardo l’esito dell’incontro fissato per il prossimo 3 marzo, quando il sindaco, nelle vesti di presidente della Provincia, presiederà una riunione con le istituzioni, gli enti preposti e le associazioni imprenditoriali, chiesto dalle organizzazioni sindacali lo scorso settembre. “Non ha portato a niente neanche la riunione convocata dal Prefetto lo scorso 27 luglio. Se le riunioni sono un’alternativa collettiva alle condoglianze individuali si possono tranquillamente evitare. A questo punto, allora, si possono evitare anche le commemorazioni ai 13 morti della nave e ai 13 dell’elicottero che si fanno ritualmente ogni anno”. Questo perché “al di là dei singoli casi, la causa generale dei 1.404 morti nel 2021 e dei già 155 nel 2022 (dati Osservatorio indipendente morti sul lavoro) è la ricerca del profitto sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Certo, non cercando “l’incidente”, piuttosto accettando consapevolmente che possa accadere poiché si sta risparmiando sulla sicurezza, si stanno imponendo ritmi troppo veloci, si stanno riducendo costi di manutenzione, ecc. ecc. La produttività del “libero” mercato lasciata “libera” uccide, ferisce, ammala”.