Ravenna, Mirabilandia protesta: "Ingiusto aprire solo a luglio"

Ravenna

«Siamo sconcertati e come tutti gli altri parchi tematici italiani allibiti per la scelta di fissare la nostra riapertura il primo di luglio». Si unisce al coro delle proteste il direttore generale di Mirabilandia, Riccardo Marcante, preoccupato dal contenuto del nuovo Dpcm che vorrebbe equiparare i parchi tematici alle fiere e ai congressi, attività previste in prevalenza al chiuso. La grande macchina organizzativa che permette la riapertura del parco ha bisogno di tempi certi e l’idea che nel 2021 i cancelli riaprano addirittura più tardi rispetto al 2020 mette in agitazione gli operatori.

L’allarme

«I nostri protocolli siglati a livello internazionale hanno funzionato in maniera ottimale – spiega Marcante – non abbiamo avuto nessun contagio né fra dipendenti né fra i visitatori, così come negli altri parchi. Nel mondo sono state fatte altre scelte, in Spagna i parchi sono aperti o in via di riapertura come in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Il 95% delle nostre attività si svolgono all’aria aperta. Allora come è possibile che ristoranti, piscine, cinema, teatri aprano prima di noi. È un’incongruenza che amareggia. La richiesta è una: il governo intervenga ora con una correzione sulla data. Siamo un posto sicuro».

Stagionali

Nel 2020 Mirabilandia aprì i cancelli il 20 giugno con l’affluenza ridotta del 50% fino a ottobre, quando arrivarono i nuovi Dpcm e le prime chiusure. Rispetto ad allora, la direzione non prevede una diminuzione del numero dei dipendenti stagionali, ma per certo calerà il numero delle ore lavorate. «Siamo più penalizzati rispetto al 2020 – ripete il direttore Marcante – con le attività di ristorazione presenti all’interno del parco discriminate rispetto a quelle fuori. Il numero degli stagionali non si discosterà dalla scorsa stagione ma sarà diversa la durata dei contratti». In attesa della data ufficiale della riapertura e del prossimo incontro con la direzione di Mirabilandia, Valentina Branzanti di Cgil ricorda: «Abbiamo davanti a noi un’altra stagione contratta dal punto di vista delle ore lavorate per i 400-500 lavoratori stagionali. Non sappiamo se ci saranno chiusure anticipate, anche se con la campagna vaccinale le speranze aumentano. Il centinaio di dipendenti che si occupano delle manutenzioni e dell’amministrazione devono provvedere poi alle operazioni per l’apertura in sicurezza del parco. Purtroppo ci preoccupa la condizione degli stagionali per loro la riduzione di ore lavorate significa meno giornate di disoccupazione maturate nei mesi successivi. Un meccanismo che permetteva a questo genere di lavoratori di avere una copertura retributiva quasi fino alla ripresa della nuova stagione».

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