Lugo, il padre del 16enne picchiato al “Compagnoni” denuncia la dirigenza della scuola

Lugo

Lo avevano preannunciato e così è stato. Nella mattinata di ieri il padre del 16enne pestato nel cortile dell’Istituto Compagnoni di Lugo il mese scorso, ragazzo che ha rimediato una prognosi di 25 giorni, è tornato negli uffici del Commissariato di Lugo per sporgere un’altra denuncia, la seconda. Questa volta nei confronti della dirigenza scolastica del Polo.

Difficile conoscere nel dettaglio cosa è stato messo nero su bianco, tuttavia pare che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso sia stato un post nel profilo Facebook della preside, nella quale la stessa ha reso pubblico un dato sensibile del minorenne.

Che, sempre secondo la famiglia, avrebbe messo in cattiva luce il ragazzo agli occhi di compagni e amici di scuola, ma anche di chi dopo pochi giorni avrebbe dovuto giudicare il suo atteggiamento durante le fasi iniziali di quel pestaggio. Che per la scuola però, salvo poi correggersi davanti all’evidenza e alle immagini dei tanto contestati video girati, sembrava essere stata solo una zuffa.

Ma non solo. Il padre del ragazzo sembra aver denunciato anche la mancanza, o inadeguata presenza che dir si voglia, del personale scolastico durante quei minuti dell’intervallo.

Nel piccolo cortile esterno del Polo pare infatti che in quei minuti non ci fosse nessuno a controllare cosa facessero i ragazzi. Questo sembrerebbero raccontare sia i filmati che i fatti.

Ricordando che saranno le forze dell’ordine chiamate a cristallizzare l’accaduto a stabilire presenti e coinvolti, da quanto è emerso finora sembra proprio che nessuno tra dirigenti, docenti e bidelli abbia cercato di placare quelle raffiche di pugni e calci farciti da incitazioni. Se il condizionale è d’obbligo, lo è altrettanto ricordare chi è stato a fermare quei colpi.

A dividere i due principali contendenti – accomunati dall’accesso al pronto soccorso e dalle rispettive denunce sporte a polizia e carabinieri – sono stati infatti due ragazzi di quinta, uno dei quali intervistato proprio dal Corriere Romagna il lunedì mattina all’uscita da scuola.

Mentre per la scuola è imminente un’ispezione disposta dall’Ufficio scolastico regionale, sempre ieri sera si è svolto un Consiglio comunale ad hoc voluto dai gruppi di minoranza per discutere proprio sulla sicurezza nelle scuole.

Una richiesta all’indomani del grave episodio al Polo tecnico e per la quale erano stati invitati i dirigenti delle scuole lughesi.

Tuttavia, e anche un po’ inaspettatamente, non era presente la preside del Polo tecnico professionale Compagnoni, che non ha nemmeno provveduto a mandare qualcuno in rappresentanza.

C’erano invece le due dirigenti delle scuole paritarie, Laura Venturelli del San Giuseppe e Francesca Quaranta del Sacro Cuore, e Giancarlo Frassineti del Liceo Ricci Curbastro, l’unico che ha accettato di accomodarsi tra i banchi della giunta e rispondere alle eventuali domande.

Poche parole, tra cui spiccano quelle che sintetizzano il suo ragionamento: «Bisogna far capire ai ragazzi che c’è un limite oltre il quale può succedere qualcosa. Una conseguenza».

A esprimere il suo disappunto per l’assenza della dirigente è stata in particolare Daniela Capucci della lista CambiAmo Lugo, che ha rincarato la dose volendo ringraziare chi ha girato i video del pestaggio grazie ai quali si è potuto anche affrontare il binomio scuola-sicurezza.

Ha comunque sottolineato la presa di distanze dalla petizione per l’esonero della preside, ribadendo l’intento di cercare delle soluzioni ai problemi e le singole quanto delicate situazioni.

Dai consiglieri di maggioranza e minoranza che hanno preso la parola, in un clima molto disteso e propositivo, è arrivato anche un appello alla comunità educante, alla necessità di interventi tempestivi e all’adozione di responsabilità.

A onor del vero, nonostante le scuole superiori non rientrino nel perimetro dell’Amministrazione comunale, la sindaca di Lugo Elena Zannoni si è subito attivata per comprendere quale realmente fosse la situazione al Polo, istituendo un tavolo allargato per cercare di debellare le criticità.

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