Lugo, "respinta dopo la denuncia di molestie? No, la ragazza è solo in stand by"

Lugo

Ha sollevato una scia di reazioni il rifiuto opposto dalla Pubblica Assistenza di Lugo al ritorno tra le fila dell’associazione della ragazza che tre anni fa denunciò un membro del CdA dell’Ente, il 62enne Gabriele Mauro, accusandolo di averla palpeggiata e molestata durante il servizio civile nel 2019 nella sede della Pa.
L’uomo è stato condannato a 3 anni lo scorso 23 novembre ma, dal momento che la sentenza non è ancora divenuta definitiva, il vertice della Pubblica Assistenza lughese ha ritenuto inopportuno riaccogliere la ragazza in qualità di volontaria all’interno dell’associazione. Anche se lei, in questa faccenda, risulta essere la vittima almeno stando alla sentenza di primo grado.
A spiegare le proprie ragioni è lo stesso presidente dell’organo di volontariato, Giovanni Lizza, che si smarca dalle critiche: «La ragazza non è stata respinta – afferma – e noi siamo già stati danneggiati molto da questa situazione, l’abbiamo solo messa in stand by prima che la vicenda venga chiarita definitivamente. Ci sono tre gradi di giudizio, noi stessi ci fidiamo del tribunale e auspichiamo che emerga la verità». Già, ma quale verità? Quella stabilita mesi fa dal collegio penale composto dai giudici Cecilia Calandra, Federica Lipovscek e Cristiano Coiro non dovrebbe lasciare spazio a molte interpretazioni. Soprattutto, viene da chiedersi come mai, se la Pubblica Assistenza ritiene di essere stata «danneggiata» dalla vicenda, almeno per quanto riguarda la sua immagine, non abbia comunque deciso di costituirsi parte civile. «Meno si parla – risponde Lizza sul punto– meglio è. La Pubblica Assistenza esiste per il fare, per aiutare chi ha bisogno, l’associazione è di tutta la comunità».

A meno che non si sia coinvolti in un processo, indipendentemente dal fatto di essere passati dal Palazzo di Giustizia in veste di imputati o di parte offesa: «La prima cosa che guardiamo prima di accettare qualcuno – prosegue il presidente – è che non ci siano vertenze legali in atto. Non vogliamo volontari che potrebbero mettere zizzania nell’associazione». In ogni caso, anche Mauro non fa più parte della realtà di volontariato, anzi «non si è più visto e non ricopre più nessuna carica». Per Lizza, una questione di «correttezza sia verso l’uno che verso l’altra». D’altronde lo stesso presidente, nel rispondere negativamente alla richiesta della giovane donna, aveva argomentato evocando una non meglio precisata esigenza di «onestà intellettuale». Cosa si intendeva? «Onestà da parte nostra nei confronti della ragazza – dice Lizza –. Noi per correttezza le abbiamo scritto, ma avremmo potuto anche non farlo. Non abbiamo niente contro nessuno, ma ripeto: meglio restare in attesa che venga chiarita del tutto la situazione. Quando questo accadrà, saremo pronti anche a chiederle scusa per averle fatto perdere tempo».

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