Imolese Calcio e i controlli della finanza: in 5 anni dal sogno al limbo

Imola
  • 07 ottobre 2023

Le stagioni finite sotto la lente di ingrandimento della Finanza che ha fatto visita al Centro Bacchilega mercoledì sono quelle nelle quali l’Imolese, partendo dalla “stagione dei sogni” 2018/19 (ovvero la prima in C con Dionisi in panchina), ha giocato come società a responsabilità limitata come richiesto dal professionismo.

La dichiarazione della società

«La Guardia di finanza con la collaborazione dello staff amministrativo dell’Imolese Calcio ha verificato la contabilità delle stagioni 2018/19, 2019/20, 2020/21, 2021/22 relativamente alle gestioni Spagnoli-De Sarlo – ha confermato la società in una nota sintetica diramata ieri mattina dopo la notizia anticipata dal Corriere Romagna –. Regolare accertamento delle istituzioni teso a verificare eventuali anomalie fiscali e contributive. La società Imolese calcio 1919 si pone al fianco delle istituzioni per combattere eventuali irregolarità, fuori e dentro il campo, perseguendo lo spirito di sportività e correttezza che ci contraddistingue». Nessuna parola invece sui mancati pagamenti del personale per i quali è in attesa di deferimento, e penalizzazione dei punti, e per i quali sono scattate anche le prime proteste. Nessuna dichiarazione neanche dal Comune di Imola che alla società dà una concessione per le giovanili. Semplicemente «restiamo in attesa dell’evolversi della situazione senza aggiungere considerazioni» dice il sindaco Marco Panieri che ha la delega allo sport. «È ovvio che l’auspicio al pagamento degli stipendi è di buonsenso ed evidente».

La storia recente

Ma cosa succedeva in quegli anni oggi sotto la lente di ingrandimento della Finanza? Mentre sul campo l’Imolese conclude al terzo posto il miglior campionato della propria storia, fuori dal campo fra marzo e maggio 2019 la società richiede ed ottiene due finanziamenti rispettivamente di 600mila e 1,5 milioni di euro dalla Ubi Banca con scadenza a dicembre 2025 e febbraio 2031, due mutui utilizzati per il Bacchilega. La prima stagione fra i professionisti della famiglia Poggi-Spagnoli è stata poi seguita da altre due annate tutt’altro che “normali”, visto che la stagione 2019/20 è stata quella interrotta a febbraio 2020 per il Covid e ripresa poi con il playout vinto con l’Arzignano e la permanenza in serie C. Un anno “sanguinoso”, quello del 2020, per le casse della socia Fiorella Poggi che, come si legge dal bilancio di esercizio al 30 giugno 2021 (ultimo bilancio disponibile alla visione presso l’Agenzia delle entrate di Bologna), ha effettuato due versamenti in denaro da, rispettivamente, 100mila e 200mila il 22 ottobre ed il 24 novembre come “riserva per versamento soci in copertura perdite” per coprire la perdita di esercizio di 44mila euro al 30 giugno 2020. Nella stagione successiva, ovvero la 2020/21, sempre Fiorella Poggi ha effettuato un versamento di 280mila euro il 28 maggio 2021 che aveva portato la riserva dell’Imolese all’ammontare di 535.682 euro.

L’arrivo di De Sarlo

La stagione 2020/21, conclusa anch’essa con la salvezza ottenuta ai playout con il Fano, è stata l’ultima della famiglia Poggi-Spagnoli al timone di un’Imolese che, nel frattempo, a luglio 2021 va nella mani della ADJ13, società di Antonio De Sarlo, nuovo proprietario dei rossoblù che conquisteranno nell’annata 2021/22 la permanenza in C nel playout vinto con la Pistoiese. Un anno tribolato, quello, nel quale si sentono i primi scricchiolii a livello societario, visto che la gestione dell’imprenditore campano suscita qualche perplessità nel “mondo Imolese” che ad ottobre 2022 conoscerà un altro cambio di mano, visto che la ADJ13 cederà le quote dell’Imolese alla “Deni-Callari ed associati”, società che ha come riferimento Giuseppe Deni, ovvero il nuovo presidente di un’Imolese che avrà Stefano Frassetto (direttore dell’area sanitaria dell’Akragas, l’altra società di Deni) come amministratore unico e legale rappresentante.

La retrocessione

La stagione 2022/23 va in archivio con una retrocessione che arriva dopo una lunga teoria di penalizzazioni per violazioni amministrative ed un altro passaggio di proprietà, visto che ad inizio estate le quote dell’Imolese vengono acquistate dalla Futbola Investicija, società lituana che fa capo ad Ulisse Savini, già detentore nella stagione 2022/23 di una quota nell’Imolese. L’estate porta un altro giro di valzer, visto che il 18 luglio (giorno della presentazione al Bacchilega della nuova società con Altomonte presidente) avviene un nuovo passaggio di quote con il 70% dell’Imolese che va in mano a Nicola Vocaturo. Vocaturo (figura che viene fuori scartabellando gli atti depositati in Camera di Commercio a Bologna e che non esce invece durante la conferenza stampa) è un imprenditore nato a Sassari che è amministratore unico della Hermes srl (società romana di pulizia non specializzata di edifici della quale detiene con 1.000 euro il 100% delle quote), rappresentante legale della Lovay Properties Corporation (società con sede nelle Isole Vergini Britanniche che si occupa di sviluppo di progetti immobiliari senza costruzione), consigliere e presidente del consiglio di amministrazione della Venuovo srl società agricola (allevamento di pollame), socio unico della Moradin srl (riparazione e manutenzione di macchine di impiego generale, società della quale con 10mila euro possiede il 100% delle quote) nonché amministratore unico della Eos Tec Srl (fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici). Vocaturo detiene anche il 49% della Bagnoregio 2050 (capitale sociale 500 euro), il 40% della società agricola Dritta al Sodo srl (capitale sociale 10.000 euro) ed il 10% della Cmt srl (capitale sociale 10.000 euro).

L’ultimo annuncio

Al termine della gara con la Sammaurese di domenica scorsa, Ulisse Savini aveva dichiarato che questa settimana sarebbe stata quella dell’annuncio (a 3 mesi di distanza dalla conferenza stampa “programmatica” del 18 luglio) del nuovo organigramma dell’Imolese con Domenico Altomonte che deterrà il 70% dell’Imolese (acquisizione del 50% di quote da Vocaturo, che dovrebbe restare in società al 20%, e del 20% da Savini, che dovrebbe mantenere il 10%). Al momento di chiudere questo articolo, ciò non è ancora avvenuto.

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