Il sindaco di Ravenna: "Elezioni, servono candidati del territorio"

Ravenna

Centrosinistra in acque agitate tanto che con ogni probabilità la direzione nazionale del Pd che dovrà votare le candidature non si svolgerà come previsto, domani, ma slitterà alla fine della settimana. Tempo utile per capire come assegnare un quarto dei collegi destinati all’alleato Calenda, svaporato in poco giorni, e come tenere lontani paracadutati in quota agli alleati e big senza consenso reale e voti, attirati da seggi ritenuti ancora nelle mani del Pd. Un bel daffare per la segreteria ravennate che nel 2018, tra le poche in Italia, conquistò i due collegi uninominali; in ballo c’è la rappresentanza e le legittime istanze del territorio ravennate e romagnolo. Ma senza conoscere i confini dell’alleanza (ancora c’è chi vorrebbe i 5S dentro), la situazione appare confusa, tanto che il sindaco Michele De Pascale rilancia il monito presidente della Regione Stefano Bonaccini: «non dateci paracadutati».

Per De Pascale «servono candidature forti e radicate nel territorio. Condivido le parole Bonaccini e aggiungo sia nell’uninominale ma anche nel proporzionale dove ci sono capolista bloccati». Con la scelta personale di Vasco Errani (Leu) di non ricandidarsi rimangono i nomi del segretario provinciale Alessandro Barattoni, della vice segretaria regionale del Pd, Ouidad Bakkali, presidente del consiglio comunale, di Manuela Rontini consigliera regionale del Pd e di Eleonora Proni sindaco di Bagnacavallo, ma altri potrebbero apparire da lontano, in quota Pd o fra gli alleati Sinistra Italiana, Verdi, Più Europa, mentre Impegno civico di Di Maio potrebbe correre al momento con il proprio simbolo.

L’alleanza di centrosinistra di Letta che sfida il centrodestra ha confini più stretti di quella che sostiene Bonaccini in Regione e di quella costruita da De Pascale nel 2021 che si ritrova Italia Viva di Renzi data al momento in corsa solitaria, i 5S spesso in disaccordo sulle politiche energetiche, e il Pri che non ha trovato una forza nazionale con cui accordarsi e che perde la consigliera Chiara Francesconi, migrata nel gruppo misto ed entrata in Azione di Calenda. «Nel prossimo mese ogni forza condurrà la propria campagna elettorale – ricorda De Pascale – nonostante dentro la mia maggioranza ci siano differenze rispetto al dibattito politico nazionale, l’espressione di diversi pareri non si è trasformata in mancanza di rispetto, il clima tra noi non si è mai incrinato. L’idea è di onorare il patto preso con i cittadini di Ravenna e portare avanti il programma di governo presentato. Non spetta a me entrare nelle vicende del Pri, la Francesconi ha espresso l’intenzione di onorare il patto anche con Azione. La Giunta è coesa, la maggioranza in consiglio è larghissima, non ha senso traslare il dibattito nazionale sul locale. Ad elezioni avvenute, con i risultati davanti agli occhi, faremo una riflessione. Da me non arriveranno problemi o tensioni».


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