Il meteorologo "Piogge record, ma dobbiamo imparare a conviverci"

L’eccezionalità dell’evento che ha colpito il territorio romagnolo può essere rappresentato da un dato. In appena 36 ore a Casola Valsenio sono caduti 237,2 millimetri di pioggia. «Mai, in passato, avevamo registrato una concentrazione come questa – spiega il meteorologo Pierluigi Randi, presidente di Ampro (Associazione meteo professionisti) -. L’Appennino ravennate, imolese e bolognese è stato investito da un evento estremo che ha portato alle conseguenze che poi tutti abbiamo visto. In territorio romagnolo ci sono quattro località che hanno fatto registrare precipitazioni record. I dati di Casola Valsenio sono seguiti da San Cassiano sul Lamone, con 233,2 millimetri di pioggia, Brisighella, con 213,6 millimetri, e Riolo Terme, con 219,2. In un orizzonte temporale così ristretto non era mai successo prima. Ci sono zone in cui in 24 ore sono caduti dai 160 ai 170 millimetri di pioggia. La massa d’acqua si è poi riversata nei fiumi Senio, Sillaro, Santerno e Lamone che poi hanno portato all’alluvione e agli straripamenti. L’Appennino forlivese ha fatto registrare dati inferiori. A Modigliana e Tredozio si sono raggiunti i 170-180 millimetri e nel Cesenate le precipitazioni sono state ancora leggermente inferiori».

Randi spiega che la storia della meteorologia romagnola non segnala eventi simili nel passato: «Dal 1950, anno dal quale le rilevazioni si fanno più accurate – dice – non risultano episodi simili. Il dato che sorprende è quello della collina, in pianura le precipitazioni sono state abbondanti ma non eccezionali. A Faenza ci si è fermati a 117 millimetri, ad Alfonsine a 102, a Cotignola a 96 e a Lugo e Bagnacavallo a 95 millimetri. Sono precipitazioni che avrebbero portato a qualche ristagno d’acqua nei campi, ma niente di più. Invece, l’acqua discesa dalla collina ha ingrossato i fiumi a tal punto che gli argini hanno ceduto. Ora ci aspetta una pausa di bel tempo, quanto mai salutare, fino a domenica prossima. Poi arriverà una settimana con tempo leggermente instabile».

Chiediamo a Randi se questo evento può essere imputato ai cambiamenti climatici: «Il singolo episodio non può essere ricondotto al cambiamento del clima, ma se lo associamo alla siccità estrema che la Romagna ha vissuto nel 2021 e nel 2022 allora le considerazioni cambiano. Dopo la siccità si è verificato un altro evento estremo di natura opposta. Ciò è in linea con quanto indicano i modelli del cambiamento del clima. La scienza ci dice che dovremo abituarci a lunghi periodi siccitosi alternati a precipitazioni molto intense. Prima ci attrezzeremo per affrontarli, meglio sarà per tutti».

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