Già 35 ravennati pronti ad ospitare i profughi ucraini

Ravenna

RAVENNA - Nella giornata di ieri il telefono della referente dell’albo delle famiglie accoglienti per l’associazione Refugees Welcome, Silvia Manzani non ha mai smesso di suonare. Per il canale aperto dal Comune in favore dell’emergenza profughi ucraini sono già 35 le persone che hanno dato la propria disponibilità: una trentina offre le proprie seconde case, al mare o in campagna, oppure stanze in casa propria. Gli altri garantiscono sostegno psicologico, ma anche logistico per i trasporti necessari nella quotidianità e qualcuno anche lezioni di yoga.

«Chiamano persone che hanno amici o parenti in fuga, chiedendo di trovare loro un alloggio – spiega Silvia Manzani –. C’è chi mi ha detto: dormo in soggiorno e lascio volentieri la mia stanza da letto. Altri che non hanno difficoltà ad accogliere bambini nelle stanze dei propri figli, se per i piccoli ospiti va bene. Solitamente è raro trovare famiglie disponibili all’accoglienza, ma quello che sta accadendo è incredibile. Tanto che da lunedì sarò affiancata da una stagista per accogliere la quantità di offerte di sostegno che arrivano. A tutti va data una risposta immediata per non perdere i contatti».

Solitamente il percorso di accoglienza per le famiglie solidali si articola in progetti strutturati per i minori, con tempi dedicati alla formazione e con soluzioni modulabili sul progetto di vita dei singoli, costruiti nell’arco di un tempo definito. Nel caso dell’emergenza ucraina occorre far presto e dare risposte immediate, sapendo che è impossibile anche solo immaginare quanto durerà il conflitto. Intanto in questura sono arrivate le prime persone, donne con figli piccoli che si sono ricongiunti a parenti in città da tempo, per chiedere il permesso temporaneo e poter ricominciare a vivere. La macchina istituzionale sarà chiamata a gestire i percorsi di accoglienza con i servizi sociali e a sostenere in parte i costi per la quotidianità.

«Impossibile fornire una stima precisa dei flussi in arrivo – afferma l’assessora Federica Moschini, con deleghe a immigrazione, associazionismo e volontariato –. In questo momento è necessario cercare di accogliere più persone possibile nella maniera adeguata. Per quanto riguarda Ravenna, abbiamo preso spunto dal modello offerto da Napoli: è stata istituita una anagrafe della disponibilità, un elenco a cui possono iscriversi tutte le famiglie disposte a dare ospitalità. Ogni gesto d’aiuto è fondamentale, è quello che serve di più in questo momento». Tutto ciò, però, senza dimenticare chi, nel popolo russo, sta rinnegando la guerra e viene arrestato: «In una manifestazione ho incontrato una ragazza russa, i cui amici sono tutti finiti in carcere. Siamo vicini anche a loro».

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