Forlì. Dopo l'arresto di Luciano Vitali, la Viocar reagisce: "Noi parte lesa"

L’inchiesta di Guardia di Finanza e Carabinieri che ha coinvolto anche la Viocar di Bertinoro, con l’arresto del suo presidente Luciano Vitali, ha avuto l’effetto di un tornado. Vitali è finito in manette, insieme ad Antonio Salvatore Mauro, titolare della ditta Adriatica Trasporti, con accuse di vari reati tra i quali truffa aggravata e riciclaggio. Il consiglio di amministrazione della società bertinorese si dichiara parte lesa nel procedimento e chiama in causa un dipendente ed un fornitore che in presunta complicità avrebbero sottratto con artifici contabili utili della società dal 2016 al 2019 per oltre 3 milioni di euro. Una situazione denunciata dallo stesso Vitali.

«È stato notificato alla società Viocar Spa un decreto di perquisizione per i fatti risalenti al 2016-2019 – dice il presidente del consiglio di amministrazione Giovanni Mercadini – per i quali Luciano Vitali aveva sporto denuncia querela alla Procura della Repubblica del Tribunale di Forlì l’11 ottobre 2019 ed integrato con atto del 19 ottobre 2019 contro un dipendente ed un fornitore in presunta complicità per aver sottratto con artifici contabili utili della società dal 2016 al 2019 per oltre 3 milioni di euro. Dopo i fatti emersi nel settembre-ottobre 2019, Luciano Vitali ha rassegnato le dimissioni da amministratore unico ed è stato nominato un consiglio di amministrazione di cui faceva parte anche lo stesso Vitali, le operazioni strategiche sono state successivamente decise solo dal Consiglio di amministrazione, a Luciano Vitali era stata delegata l’attività commerciale. Sia contro l’ex dipendente sia contro il fornitore il nominato cda ha avviato azioni civili per il recupero delle somme di cui si sarebbero appropriati indebitamente». Dalle indagini, prosegue Mercadini «sarebbe emerso che la moglie del fornitore, casalinga senza redditi, avrebbe acquistato negli anni 2016-2019 immobili per un valore di oltre 1 milione di euro oltre ad altri beni mobili, anche contro il coniuge del fornitore il cda di Viocar Spa aveva avviato un’azione di sequestro preventivo. Il fornitore e il coniuge per non vedersi sequestrati i beni hanno proposto una transazione che è stata perfezionata con un accordo notarile in cui si impegnano a rimborsare la somma di 1.300.000 euro, rimborso garantito da ipoteca sugli immobili acquistati con parte delle somme di cui si sono appropriati indebitamente. L’ex dipendente si è difeso denunciando per calunnia Luciano Vitali, accusandolo in sostanza che le operazioni da lui effettuate erano state impartite dallo stesso imprenditore all’epoca amministratore unico della società e socio al 90% della stessa. Sarebbe stato - a dire dell’ex dipendente - lo stesso Vitali ad impartire ordini verbali di sottrarre alcuni milioni di euro alla sua società e bonificarli al fornitore. Viocar spa per l’appropriazione indebita subita negli anni 2016-2019 per oltre 3 milioni di euro, che sarebbero stati maggiori utili rispetto a quelli dichiarati, ha già effettuato ravvedimenti operosi e pagato le imposte su detta somma che è stata sottratta alla società ma è equiparata ai fini fiscali a redditi tassabili».

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