Forlì. La Viocar e i due arresti dopo la truffa alle banche: "Fatture fittizie per 63 milioni"

Ravenna

Due arresti e sequestro per oltre tre milioni di euro ai danni di due imprenditori romagnoli, un forlimpopolese e un ravennate, accusati di vari reati tra i quali truffa aggravata e riciclaggio. In manette sono finiti Antonio Salvatore Mauro, 45 anni, nato a Taranto, ma residente a Ravenna, titolare della ditta Adriatica Trasporti, e Luciano Vitali, 64 anni, di Forlimpopoli, amministratore unico della Viocar Spa. L’indagine ha visto impegnati Guardia di finanza e Carabinieri di Forlì e si è conclusa ieri mattina con l’esecuzione delle ordinanza di custodia cautelare emessa del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Forlì, Massimo De Paoli, su richiesta dei sostituti procuratori Francesca Rago e Laura Brunelli. Le ipotesi di reato sono truffa aggravata, calunnia, appropriazione indebita, autoriciclaggio, riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

La vicenda

Al centro delle indagini la concessionaria di automezzi pesanti Viocar, con sede a Bertinoro, una parte della sua clientela e alcune operazioni commerciali mai effettivamente compiute: dall’incrocio tra intercettazioni telefoniche e telematiche, tabulati telefonici, interrogatori di persone informate sui fatti, documentazione sottoposta a sequestro a seguito di perquisizioni locali e atti bancari è stato ricostruito il sistema fraudolento messo in pratica da uno dei due arrestati. Secondo quanto ricostruito dall’accusa la tecnica criminosa era questa: allo sconto bancario il titolare della Viocar presentava fatture per vendite di camion mai compiute, incassando dalla quindicina di istituti di credito coinvolti anticipi per 58 milioni di euro a fronte di fatture fittizie per un valore di circa 63 milioni. Somme poi autoriciclate attraverso la società immobiliare Cina srl, amministrata dallo stesso imprenditore, e la stessa Viocar, con il finanziamento illecito di alcuni imprenditori del trasporto stradale tramite la compravendita simulata di automezzi. Non solo. L’imprenditore forlivese ha prelevato dai conti correnti societari oltre tre milioni di euro movimentati “senza alcuna giustificazione” a favore dell'impresa individuale ravennate Adriatica trasporti, cliente-fornitore della Viocar. Provando poi, secondo gli investigatori, a incolpare dell’appropriazione indebita, con una denuncia alla Procura, un proprio dipendente, così anche da giustificare alle banche l’impossibilità di coprire gli insoluti generati dalla presentazione allo sconto delle false fatture. Da qui i reati di calunnia e appropriazione indebita in concorso con il trasportatore ravennate, a sua volta responsabile di ulteriori condotte riciclatorie ed autoriciclatorie. Sono in corso di acquisizione le querele delle parti offese, nello specifico gli istituti di credito truffati.

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