Foibe, strada per i martiri? A Ravenna si litiga ma c'è già un parco

Ravenna

RAVENNA Quando la grande storia si scontra con la piccola toponomastica locale produce effetti inediti e non voluti come ad esempio far convergere l’intera maggioranza, suo malgrado, su una proposta lanciata da una lista di opposizione di centrodestra.
Difficile trovare d’accordo il consiglio comunale se in ballo ci sono fatti storici risalenti alla Seconda Guerra mondiale e alla dittatura fascista. E il caso della seduta di martedì non fa eccezione se non fosse che ci ha messo lo zampino la geografia, quella minuta però, quella del solo territorio comunale. Succede infatti che nell’ultima seduta di martedì un ordine del giorno della maggioranza chieda l’intitolazione di uno spazio o di una strada a tutte le vittime delle foibe in risposta a una mozione de La Pigna che vorrebbe un’intitolazione alla sola memoria della giovane istriana Norma Cossetto, torturata e gettata nelle foibe nel 1943, dai partigiani di Tito. Il dibattito si accende, le posizioni politiche si fanno distanti finché emerge l’imprevisto: esiste già un parco dedicato alle vittime delle foibe a Porto Corsini, dal 2007. Gelo e veloce conversione verso la proposta Cossetto, da votare la prossima settimana in un documento che dovrebbe unire due dispositivi profondamente diverse per impostazione e intenzioni.

A complicare le cose poi ci si mette un odg del consigliere di Fi Alberto Ancarani e di Nicola Pompignoli della Lega che vuole modificare il testo della lapide affissa nella sede del consiglio territoriale del Mare a Marina di Ravenna in memoria degli esuli istriani, accolti nel dopoguerra. Distinguo lessicali, precisazioni storiche sulle nefandezze commesse dalle forze di Tito e dalle milizie fasciste in Istria e nella Venezia Giulia animano il dibattito alla ricerca di un difficile equilibrio, tanto che il testo della lapide cresce a dismisura. Ma a far capolino nella discussione è proprio il parco dimenticato: la consigliera de La Pigna Veronica Verlicchi lo segnala e così cade la possibilità di intitolazione con quella formula. Al capogruppo Pd Fabio Sbaraglia va il compito di superare in velocità lo stallo. «Si è trattato di una svista. Al di là delle divergenze di lettura di alcuni aspetti riteniamo che il documento Pigna merita di essere discusso. Per dare segno politicamente forte propongo di provare a unire i documenti, sostituendo la nostra intitolazione con quella a Norma Cossetto. Un unico documento che dia il segno di una discussione per quanto difficile infine costruttiva». Fra il giubilo di tutti, Ancisi di LpRa rimane freddo, mentre la consigliera del Pri Chiara Francesconi avverte gli alleati che sulle letture storiche dei fatti in questione non ci saranno sconti. Appuntamento la prossima settimana per una nuova puntata e forse per un nuovo parco.

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