Faenza, eredità Muky: nuove contestazioni al sindaco

Faenza

Spariglia ancora una volta le carte Gabriele Padovani, il consigliere di Area Liberale che ha depositato un’interrogazione per chiedere lumi sull’eredità di Muky.
A destare scalpore è stato in particolar modo il fatto che tra i beneficiari del lascito figuri la consorte del primo cittadino Massimo Isola, e così Padovani, dopo aver posto la questione, propone anche una possibile soluzione, a dispetto del proverbio che consiglierebbe di non mettere dito tra moglie e marito: «Muky è stata una grande artista, e di enorme generosità – sostiene – ma le ultime disposizioni testamentarie peseranno sulle economie del Comune. Credo che la rinuncia da parte di un privato come la moglie del sindaco sarebbe un bel gesto verso i faentini».
Nel frattempo arrivano anche i primi commenti sulla vicenda da parte dei gruppi di opposizione: naturalmente nessuno ha da ridire dal punto di vista legale, mentre non manca chi chiama in causa questioni di opportunità politica e trasparenza.
«Fatto di non poco conto»
Tra questi, il più duro è il capogruppo di Fratelli d’Italia, Stefano Bertozzi, che si dice «sorpreso dal silenzio del sindaco» su quello che considera «un fatto politicamente non di poco conto».
Per quale motivo? Bertozzi lo spiega in una argomentazione che muove dalle clausole contenute nel testamento.
«Rispetto alle prime versioni – afferma – le risorse aggiuntive necessarie a realizzare il progetto voluto dalla stessa Muky sono via via venute meno, le modifiche in corsa hanno azzerato la liquidità e gli immobili ed oggi la Fondazione Mic e conseguentemente l'Amministrazione comunale si trovano nella condizione di dover finanziare, con risorse proprie al momento non disponibili, quanto necessario a realizzare l'impegno collegato al lascito, e cioè la Casa dell’Arte Muky-Matteucci».
«Inutile nascondere che – prosegue Bertozzi –, come da precise disposizioni testamentarie, qualora i privati beneficiari dei lasciti, tra cui la moglie del sindaco, avessero rinunciato all'eredità, questa sarebbe stata devoluta nuovamente all'Ente Fondazione Mic agevolando chiaramente la realizzabilità dell'opera».
«Un obbligo morale»
A parere di Bertozzi, Isola sarebbe venuto meno a un «obbligo morale», quello di «raccontare serenamente, in trasparenza», tutti i dettagli della vicenda, anche perché «il sindaco non è un cittadino come tutti gli altri» e «deve essere al di sopra di ogni sospetto».
Insomma, una “questione morale” in piena regola, come non capitava da tempo di vedere all’interno del dibattito locale tra forze politiche, per di più con una caratteristica inedita: questa volta è il centrodestra a sollevarla. Non è casuale, infatti, la frecciata che sempre Bertozzi rivolge al Pd quando afferma che «il partito del sindaco su questo ha costruito negli anni la sua pseudo reputazione politica».
«Un autogol di Isola»
Dello stesso avviso è Massimo Zoli, capogruppo di Per Faenza: «Dal punto di vista legale sembra non esserci nulla di irregolare – premette il consigliere – ma politicamente si tratta di un autogol clamoroso. Credo che il sindaco avrebbe fatto bene a porre per primo la questione, anche questo fa parte del ruolo che ha deciso di assumere».
Sul silenzio di Isola si sofferma anche la Lega, con il consigliere Andrea Liverani: «Il testamento fa parte della libertà individuale e non voglio entrare nel merito della questione senza prima aver sentito la risposta del primo cittadino. Certo è che non posso nascondere che mi aspettassi una replica, quantomeno per garbo istituzionale. Non credevo che la trasparenza del sindaco necessitasse l’attesa di una seduta del consiglio comunale»

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