Covid e rincari, a Ravenna i saldi si rivelano un flop

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I saldi non hanno risollevato l’abbigliamento che continua a essere uno dei settori più colpiti dalla pandemia. La quarta ondata di Covid è arrivata proprio quando i negozianti speravano in una boccata d’ossigeno. «Febbraio sta andando peggio dell’anno scorso – commenta Roberto Montanari, titolare del negozio di abbigliamento Scooter –; rispetto ai saldi del 2021, anno già condizionato dall’emergenza sanitaria, rischiamo di perdere circa il 20%. Il brusco innalzamento dei contagi ha frenato la stagione degli sconti. Le vie del centro di Ravenna per settimane sono state praticamente deserte».

Montanari si sofferma sul momento difficile per le attività commerciali: «Il caro bollette è l’ennesimo ostacolo che ci troviamo di fronte – dice –. Per i negozianti aumentano le spese fisse e per i consumatori diminuisce il potere di acquisto. Assistiamo di nuovo a chiusure nelle vie principali dello shopping ravennate. Ci sono imprenditori che non riescono più ad andare avanti e altri che, visti i tempi che corrono, optano per la pensione. A rimediare alle chiusure non c’è più il turn over di un tempo. Di fronte ai costi e alle difficoltà del periodo, sono in pochi ad avventurarsi in nuove aperture».

Nuvole nere restano all’orizzonte. «Quali saranno le prospettive ha per i prossimi mesi? Il negoziante deve essere ottimista per natura – commenta –. A breve partiranno le vendite dei capi primaverili ed estivi; sarà importante avere un centro storico aperto e vivace. Spero che il Comune si faccia promotore di eventi e iniziative per portare persone nel cuore della città».

Da un’indagine, condotta a livello nazionale dalla Confesercenti, è emerso che in Italia, nel 2021, ogni 10 minuti ha chiuso un’attività. «Il momento è complicato – conferma Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Ravenna –; a soffrire maggiormente è il commercio al dettaglio, in particolare l’abbigliamento e i prodotti per la casa. I saldi confermano le difficoltà. Già da tempo sono meno attrattivi per i consumatori e quest’anno chiudiamo con numeri ancora di più sottotono. La pandemia, aspetto per nulla trascurabile, ha anche accelerato le vendite online modificando le abitudini di acquisto». Gozi si concentra anche su altri aspetti relativi al commercio: «Nelle ultime settimane i nostri associati hanno espresso molta preoccupazione. Non solo devono affrontare il caro energia, ma la città d’arte non ha più i turisti di un tempo, in particolare gli stranieri. Sta vendendo meno una voce fondamentale per la nostra rete commerciale. Prima della pandemia, in primavera la città era invasa da visitatori; oggi non è più così e non sapremo quando si tornerà ai livelli di un tempo». (ro.art.)

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