Coronavirus, la Notte d'Oro di Ravenna e i dubbi per il nuovo dpcm
La Notte d’Oro in versione dantesca rischia di essere un girone infernale per i gestori dei locali, che dovranno adeguarsi al nuovo Dpcm licenziato dal Governo, e per chi spera di poter vivere l’evento sulla falsariga di quelli degli anni precedenti. Nessuna eccezione alle disposizioni introdotte dall’Esecutivo potrà essere fatta nella notte d’autunno più attesa in città, anche se quest’anno, per ovvi motivi, sarà una versione più soft.
La novità più impattante del Dpcm riguarda le attività di ristorazione (tra cui pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, bar) che saranno consentite fino alle 24 in caso di servizio al tavolo e solo fino alle 21 in assenza di servizio al tavolo.
Esercenti preoccupati
Le disposizioni stanno generando il caos tra gli esercenti e alcuni si sono rivolti alla Polizia locale per cercare di districarsi tra le nuove norme: «Ci sono giunte richieste di chiarimento – conferma il comandante Andrea Giacomini –. Siamo a ridosso di una serata particolare per Ravenna e c’è molto fermento e qualche apprensione, nessuno infatti vuole essere sanzionato. È in corso un confronto con gli uffici comunali nella consapevolezza che non si può prescindere dalle indicazioni della Prefettura. Le norme contenute nel Dpcm non possono essere derogate».Birre, pizze e gelati al tavolo
Anche mantenendo una certa flessibilità, chi è chiamato a vigilare interverrà nei casi di mancato rispetto delle norme: «Ai gestori chiederemo di seguire gli spazi di loro competenza, non certo di farsi carico di quanto avviene al di fuori delle loro aree – dice Giacomini –. Dopo le 21 i gestori dovranno accogliere clienti per quanti sono i loro posti a disposizione e non saranno ammesse consumazioni per chi non ha un posto a sedere».Chi si fa trovare in piedi con una birra oltre tale orario è passibile di multa e con lui anche chi l’ha somministrata. Stesso meccanismo per gelati e pizze al taglio; consumazione tollerata solo al tavolo. «Mi rendo conto che sia una novità impattante rispetto alle nostre abitudini – conferma Giacomini –, ma le nuove disposizioni non lasciano dubbi. Altrettanto chiaro è il protocollo della Regione per la ristorazione d’asporto, che prevede solo alimenti in contenitori sigillati. Non possono esserci scorciatoie».