Coronavirus, a Ravenna il calcio giovanile prova a ripartire

Ravenna

Oltre che la fatidica prima campanella della scuola, il popolo dei giovanissimi attende con giustificata impazienza anche la ripresa degli sport di squadra che si erano bruscamente interrotti a fine febbraio con l’irruzione del covid 19 in Italia.

Gli atleti del calcio giovanile si preparano a tornare a calcare i campi sportivi rimasti desolatamente deserti. Per molte società la ripresa degli allenamenti è fissata a inizio settembre, esattamente a sei mesi dal lockdown.

Gel e termoscanner

«Sarà un anno terribilmente complicato – spiega Francesco Stucci, presidente della società calcistica Endas Monti –. Da qualche giorno è arrivato finalmente il protocollo della Figc che disciplina la ripresa delle attività. Alle società è chiesto uno sforzo straordinario per garantire la sicurezza. Negli impianti sportivi devono esserci ingressi e uscite separati. Dovremo fare in modo che i giovani atleti utilizzino l’igienizzante e misureremo la temperatura a tutti i bambini e i ragazzi che si presentano agli allenamenti e alle partite. Sarà obbligatorio un registro dove annotare le presenze all’interno delle strutture. Sono accorgimenti che richiederanno uno sforzo organizzativo ulteriore».

I risvolti della pandemia sono molteplici, tra questi c’è anche la crisi di molte attività commerciali che attraverso le sponsorizzazioni, anche di importi limitati, rappresentavano ogni anno un elemento importate per fare quadrare i conti: «Quest’anno dovremo sostenerci da soli – commenta Stucci –. Dal punto di vista economico stiamo vivendo una situazione molto complessa. Ci saranno pochissimi sponsor, quindi l’unica voce d’entrata sarà data dalle quote di iscrizione degli atleti. La mia speranza è che ci possa essere qualche intervento a sostegno non solo delle realtà sportive ma anche delle tante famiglie che faranno fatica a pagare la quota. A breve avremo un incontro nel corso del quale ci confronteremo con l’Amministrazione comunale».

Spogliatoi

Uno degli aspetti più complessi è dato dalla gestione degli spogliatoi. «I bambini più piccoli non potranno più essere assistiti dai genitori, che dovranno rigorosamente rimanere fuori dallo spogliatoio – commenta Stucci –. Sarà nostro compito garantire il distanziamento di un metro e dovremo naturalmente prendere nota di tutti coloro che hanno usufruito degli spogliatoi». Alle società spetterà poi il compito di sanificare tutti gli ambienti.

Anche gli arbitri cambieranno abitudini: «Scordiamoci le vecchie strette di mano e le consegne di documenti e cartelline di persona – dice Stucci –. Le distinte dovranno essere lasciate su un tavolo e l’appello sarà fatto all’aperto, in modo che si presenti un solo atleta alla volta. Sono accorgimenti inevitabili. Lo sport deve riprendere in sicurezza; noi abbiamo già messo in calendario diverse riunioni con i genitori per informarli delle nuove regole. Servirà il contributo e la massima attenzione da parte di tutti».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui