Ravenna, il post di Donati su Balbo incendia la campagna elettorale

Archivio

La campagna elettorale si arricchisce di protagonisti, proliferano le liste e i candidati. E per ognuno si apre una dimensione pubblica amplificata dai social: ogni azione o parola assume un valore simbolico. Il 6 giugno su Instagram, il candidato civico Filippo Donati sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, ma altre forze sono in arrivo, pubblica una foto di Italo Balbo, gerarca fascista della prima ora, morto nel 1940 in un incidente aereo in Libia, celebre per le trasvolate oceaniche e per il dissenso espresso negli ultimi anni di vita nei confronti di Mussolini. Il post pubblicato il giorno della nascita del gerarca riporta solo il nome: Italo.

Interpellato dal Corriere Romagna Donati riconduce la scelta a una particolare galleria di personaggi di tutte le epoche, anche discussi, che campeggia nel suo profilo.

«Solo storia»

«Sono troppo vecchio per diventare fascista, non a 60 anni, la mia non è una storia né di sinistra né di destra. Mio figlio ama la storia e mi ha parlato di questo personaggio, aviatore, finito inviso al regime perché dava fastidio. Così ho messo la foto come tante altre, da Bukowski a Nilde Iotti, da Frida Khalo alla regina Elisabetta, la mia preferita». Una presa di distanza necessaria per il candidato alla guida della città medaglia d’oro al valor militare, vista una seconda ricorrenza poco favorevole per Ravenna ovvero l’assalto delle squadre di Balbo nei giorni delle celebrazioni dantesche del 1921, a cui seguì nel luglio 1922 la presa definitiva con l’incendio di palazzo Rasponi, sede della federazione delle cooperative, (dove oggi sorge il palazzo della Provincia), raccontata da Balbo nei suoi diari. «quando ho visto uscire Nullo Baldini con le mani nei capelli e i segni della disperazione sul viso, ho compreso tutta la sua tragedia. Andavano in cenere in quel momento, col palazzo delle cooperative di Ravenna, il sogno e le fatiche della sua vita».

L’alleanza

«Con il post assolutamente non mi riferivo a Ravenna, non c’entra nulla. Pubblico immagini in libertà, spesso ricorrenze – ribadisce Donati – sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione razzista o inneggiante a quel periodo. Sono impegnato a costruire il mio programma elettorale ora. Ho chiesto ai miei alleati di fare un passo indietro e ci capiamo sempre più, davanti a me vedo una città che se vinco viene migliorata. Concordo con Ancisi, che è un capitano di lungo corso: ciascuna delle forze di opposizione, in corsa con un candidato esalta la propria coscienza di appartenenza. De Pascale se non vince al primo turno va a casa. Ad ottobre arriveranno gli effetti economici della pandemia, i licenziamenti, le istanze di fallimento i mutui, ma nessuno parla di questo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui