Ravenna, Astim: da un garage alle tecnologie al servizio degli eserciti

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La storia dell’azienda Astim nasce in un garage di Ravenna a inizio anni Duemila. Da allora di strada ne è stata percorsa, tanto che ieri il suo fondatore, Maurizio Minghelli, ha ritirato il prestigioso riconoscimento assegnato da Intesa Sanpaolo alle aziende vincenti dell’Emilia Romagna. Il premio giunge dopo anni di continua crescita di Astim che oggi è una delle principali realtà italiane in grado di sviluppare prodotti, sistemi, servizi e soluzioni integrate ad alto livello tecnologico per soddisfare le esigenze di governi, istituzioni, forze armate, cittadini e comunità nel campo della difesa, protezione e sicurezza. I suoi prodotti sono utilizzabili in qualsiasi scenario di intervento: aereo, marittimo, terrestre e nel cyberspazio.

Da un errore


«Tutto è iniziato da un errore – ricorda Maurizio Minghelli, oggi ceo di Astim –. Abbiamo sfruttato un garage di proprietà per realizzare prodotti per la nautica da diporto. Era il 2007 e il mondo fu investito dalla grande crisi finanziaria, così ci siamo trovati senza ordini e senza un mercato di riferimento. Anziché chiudere abbiamo cercato di fare leva sui nostri punti di forza. L’intuizione è arrivata grazie agli apparati di visione notturna che avevamo acquistato per proporli al mercato degli yacht di lusso per garantire una navigazione sicura anche di notte. Ci siamo resi conto che era un prodotto molto appetibile per tutto il settore del soccorso in mare e dell’emergenza. Ci siamo reinventati in questo modo, attirando subito l’attenzione della Guardia Costiera italiana. Non ci siamo limitati a vendere i visori notturni, che oggi sono molti diffusi ma allora rappresentavano una novità assoluta per il mercato. Abbiamo creato un sistema che incrociava le rilevazioni dei radar con i visori. Il radar inquadrava il target e la telecamera termica si spostava automaticamente nella direzione giusta. Nel 2010, in quel garage, abbiamo realizzato il nostro primo impianto dal valore di un milione di euro». La tecnologia in grado di far dialogare radar con visori notturni fu subito un successo: «Non era una novità assoluta per eserciti all’avanguardia come quello statunitense e israeliano – spiega Minghelli –, ma noi abbiamo avuto la capacità di realizzarla a prezzi molto più contenuti e accessibili a molti clienti. Ad esempio, i mercantili ce lo hanno chiesto per contrastare gli attacchi dei pirati del mare a largo del golfo di Aden. In quel garage io ero l’unico ingegnere, oggi le cose sono cambiate. L’organico dell’azienda è di 34 persone e sono quasi tutti tecnici. Stiamo crescendo molto velocemente, negli ultimi 12 mesi abbiamo assunto 10 persone ed entro la fine del decennio contiamo di arrivare alle 100 unità. Molti assunti arrivano dalle facoltà di matematica, ingegneria e fisica, ma negli ultimi 24 mesi abbiamo anche assunto tre laureati in scienze strategiche e un laureato in legge. Assumeremo anche un laureato in storia antica perché è diventato fondamentale conoscere la storia dei Paesi con cui potremmo intraprendere relazioni commerciali. Il nostro settore è molto delicato e dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare. Non possiamo permetterci di vendere prodotti che magari nell’arco di un decennio potrebbero essere usati contro il nostro Paese. Siamo un settore altamente sensibile e per esportare abbiamo bisogno dell’autorizzazione dello Stato. Il nostro principale partner commerciale è l’Italia, poi c’è il Medio Oriente».

Il fatturato


Oggi il fatturato dell’Astim ha raggiunto i 4 milioni di euro e per il 2023 l’obiettivo è arrivare ai 5 milioni: «I nostri prodotti si sono evoluti – spiega il ceo –, per il 10% sono destinati al settore emergenza e per il 90% alla difesa. Siamo la prima azienda italiana nella produzione di sistemi di combattimento e sistemi tattici di missione per la proiezione delle forze dal mare e per le operazioni anfibie. Produciamo hardware e software: abbiamo console operative, joystick, apparati radio, sistemi di gestione delle comunicazioni radio tattiche satellitari».
L’instabile quadro internazionale modifica velocemente le tecnologie richieste dai vari Stati: «La guerra in corso tra Russia e Ucraina – conclude Maurizio Minghelli – definisce un nuovo scenario nel campo delle tecnologie di Difesa. È chiaro che le guerre saranno sempre più digitalizzate e basate sull’intelligenza artificiale, che saranno utilizzate in maniera intensa anche per assumere decisioni strategiche. Non è un caso che ingenti risorse siano destinate alla ricerca e sviluppo di droni e sistemi per abbatterli. Uno dei fattori di forza dell’Ucraina è la capacità di utilizzare soluzioni molto smart. Questo gli ha permesso di resistere e mettere in difficoltà gli avversari».

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