Quando Simone D’Acunto, direttore del Cestha, domenica scorsa ha preso la parola all’interno del Tritone diretto alla piattaforma Eni, nessuno si sarebbe aspettato che la sua voce formulasse un annuncio storico non solo per il territorio romagnolo, ma per tutta la Penisola. Oltre alla liberazione in mare delle due tartarughe Happy e Rucola, infatti, D’Acunto ha offerto al pubblico presente l’anteprima di una notizia che era giunta proprio poche ore prima: «Nella notte fra sabato e domenica una tartaruga “Caretta caretta” ha deposto 96 uova sulla spiaggia di Milano Marittima».
Prima volta in Romagna
È la prima volta che un episodio del genere viene registrato in Romagna, ma non solo: il punto dell’Adriatico più a nord in cui finora erano stati accertati nidi di tartarughe marine si trova a Jesolo, in Veneto, mentre in precedenza ne era stato documentato uno nelle Marche. Casi isolati, che però testimoniano come il cambiamento del clima, che porta all’aumento delle temperature medie del mare, sia ormai un dato di fatto. Ora bisognerà quindi riaggiornare i libri di biologia marina, ma anche darsi da fare perché l’area scelta dalla tartaruga per far nascere i propri piccoli sia messa in sicurezza.
A segnalare la nidificazione al Cestha era stata la Capitaneria di porto di Ravenna: immediatamente i biologi del centro si sono portati sul posto, verificando la presenza di una grande tartaruga marina intenta a ricoprire il nido che aveva appena scavato. Una volta terminato il suo lavoro, mamma tartaruga è tornata nel mare da dove era venuta, lasciando sotto uno strato di sabbia, come natura vuole, le 96 uova appena deposte. La scoperta ha determinato l’apertura delle procedure previste dalla Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine: a farsi carico dell’iter di monitoraggio ora è quindi l’associazione, Tao - Turtles of the Adriatic Organization Aps di Porto Garibaldi: è questo, infatti, l’unico ente autorizzato in Emilia-Romagna alla gestione e alla manipolazione dei nidi di “Caretta caretta”.
Nido in sicurezza
Una volta verificato lo stato delle uova, i biologi hanno messo in sicurezza il nido, spostandolo in una posizione più idonea e al riparo dal moto ondoso: la tartaruga aveva infatti scelto di deporre le uova nelle vicinanze della battigia.
L’area prescelta, collocata in una spiaggia libera, è stata inoltre delimitata con strisce bianche e rosse per segnalare la presenza delle uova sotto la sabbia ed evitare che i curiosi possano avvicinarsi troppo mettendo a repentaglio il buon esito della nidificazione. Ora gli esperti di Tao, supportati da volontari, continueranno a seguire il monitoraggio del nido raccordandosi con le autorità competenti in attesa della nascita delle piccole tartarughe. Le uova dovrebbero schiudersi nel giro di un paio di mesi e quindi verso la fine di agosto.