L'incidente mortale di Solarolo. La madre di Luca: "Era il mio bambino"

Dalle prime ore di ieri mattina la notizia della scomparsa di Luca Bandini, idraulico 27enne nato a Lugo ma residente a Barbiano, frazione di Cotignola, ha lasciato più di una città senza parole, con tanta rabbia e disperazione. Lunedì notte infatti, dopo la corsa in elicottero all’ospedale Bufalini di Cesena e il tentativo disperato di operarlo, il suo cuore ha cessato di battere. Troppo gravi le ferite di quello schianto di qualche ora prima nel quale la sua Bmw station wagon 320 si è disintegrata contro un terrapieno lungo via Rio, al confine tra Barbiano e Solarolo.

Il ragazzo, che avrebbe compiuto 28 anni tra un mese, lascia la madre Donatella, il padre Gino con cui viveva, due fratelli, due sorelle e quattro nipoti. Per fissare la data dei funerali si aspetta il nulla osta del magistrato che potrebbe arrivare già nella giornata di oggi o domani.

«So quanto è difficile questo momento per te mamma, ma so di certo che hai una forza immensa, hai superato tante sfide e questa è la più dura. Son sicuro che andrà tutto bene e ritornerai più forte di prima. Ti voglio bene». Rileggerlo oggi fa venire i brividi, oppure le servirà a pensare che anche dal cielo suo figlio continuerà sempre ad esserci. Certamente lo rileggerà per tutta la vita la mamma di Luca, Donatella Dirani, nonostante lui glielo avesse scritto per una circostanza diversa, un delicato intervento chirurgico a cui si era sottoposta nel febbraio scorso. Dentro quest’incubo, per lei che è credente, questa è la voce che potrebbe consolarla in sogno, ammesso che qualcosa possa mai placare uno strazio di questa portata.

«Io non posso e non voglio crederci – si sfoga la madre -. È un dolore che non riesco a descrivere; come farò a rendermi conto che non ti avrò più? Senza di te la mia vita che senso avrà?».

Raggiunta al telefono, la sua voce è quasi annegata dalle lacrime, ma ci tiene a raccontare il legame forte che li univa, quel figlio che per lei era anche «l’uomo che ho amato di più nella mia vita».

Quella del giovane Luca invece se l’è presa la strada e ora la madre ha bisogno di sfogare la sua rabbia trasformandola, se possibile, in risposte.

Lunedì sera il figlio stava proprio andando da lei a Faenza, nel chiosco che gestisce da anni, “La scalinata di Donatella”.

«Ci eravamo visti la sera prima, la domenica di Pasqua – ricorda Donatella –. Era venuto qui al chiosco con la morosa. L’ultima volta che ci siamo parlati è stato nel tardo pomeriggio di lunedì, chiamandomi per confermare il suo arrivo. Purtroppo invece, sempre con una telefonata, mi hanno avvisato dell’incidente e mi sono precipitata al Bufalini di Cesena». In quel paio d’ore i ricordi di un’intera vita, finché l’equipe chirurgica uscendo dalla sala operatoria ha potuto solo dirle che il suo amato figlio non ce l’aveva fatta.

Ieri pomeriggio ha voluto una messa per lui perché, come ancora oggi va ripetendosi, «Luca era il mio bambino». A.C.

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