"A Ravenna scomparse da settimane le polmoniti da coronavirus"

Ravenna

RAVENNA. Molti meno casi, nonostante l’effettuazione dei tamponi prosegua senza sosta, e meno gravi. L’inversione di tendenza della diffusione del virus sul territorio ravennate è evidente e molto incoraggiante. «Da diverse settimane non registriamo polmoniti da covid-19 – spiega Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento di salute pubblica dell’Ausl Romagna –. La temuta complicazione della malattia è sempre più rara. Questo dipende da due fattori. Il virus circola in maniera molto più limitata rispetto a prima e in questi tre mesi si è appreso molto sulla malattia. Le modalità di approccio sono cambiate. Oggi sappiamo che quanto prima si inizia con la terapia, tanto più il decorso sarà favorevole».
La direttrice si sofferma anche su un altro aspetto: «In questo momento stiamo trovando unicamente casi asintomatici – spiega Angelini –. Vengono individuati grazie a numerosi progetti di screening. Effettuiamo tamponi su coloro che devono essere ricoverati in ospedale o sottoposti a interventi. A ciò si aggiungono i cittadini che si sottopongono a test sierologici e, se risultano positivi, sono sottoposti a tampone. Si tratta di persone completamente asintomatiche, quindi non malate, che comunque devono osservare la quarantena finché non si negativizzano. Ciò ci conferma che il covid-19 è una malattia che nella stragrande maggioranza dei casi porta a sintomi lievi, anche se, come purtroppo abbiamo visto succedere negli scorsi mesi, in una percentuale di casi può assumere un decorso molto grave. Qualcuno sostiene che il virus si è modificato, ma per ora è una tesi non confermata da evidenze scientifiche. A riguardo sono in corso numerosi studi».

Zero polmoniti
Oltre che nessuna polmonite, anche i ricoveri da covid-19 sono pressoché scomparsi: «Da tempo non si registrano nuovi ricoveri per coronavirus – dice Angelini –. Le persone attualmente ricoverate stanno combattendo la malattia da diverse settimane, non ci sono casi recenti con complicazioni». Polmoniti e ricoveri a quota zero sono elementi che inducono a un forte ottimismo: «Man mano che passano i giorni si ingrossa l’esercito dei guariti e si riduce il numero dei malati – commenta la direttrice –. Un aspetto particolare della malattia è che certi soggetti mantengono la positività molto a lungo. Pur essendo clinicamente guariti, il virus persiste producendo situazioni problematiche. Ricordo che per togliere dall’isolamento una persona abbiamo bisogno di due tamponi negativi nell’arco di almeno 24 ore».
Raffaella Angelini sottolinea che in questo momento è giusto aver meno paura della malattia perché ci sono molte meno probabilità di ammalarsi: «Ciò è il frutto dell’azione molto efficace del lockdown che ha bloccato la progressione dell’epidemia. Ora dobbiamo rimanere vigili e attenti ad adottare le precauzioni richieste: distanziamento, mascherina e lavaggio frequente delle mani. Se tornassimo alle abitudini precedenti, non sappiamo cosa potrebbe succedere. In questa fase dobbiamo ancora tenere alte le misure che tutelano l’individuo e contemporaneamente la comunità. Se il virus non trova la persona che lo porta in giro, inevitabilmente è destinato a sparire».

Un’estate all’aria aperta
Dalla direttrice arriva un messaggio che va in contro alle esigenze delle nuove generazioni: «Oggi è necessario che giovani e bambini tornino a uscire e fare attività all’aria aperta – conclude Raffaella Angelini –. Sono stati bravissimi nel lockdown e ora bisogna sfruttare l’estate che, per le sue caratteristiche, è sfavorevole alla circolazione del virus. Questo però non vuol dire che si può fare massa. Il distanziamento è ancora decisivo; bisogna imparare a fare le cose che facevamo prima, ma con modalità leggermente diverse. Si può stare con gli amici anche senza abbracciarsi e baciarsi. Stiamo in compagnia, ma con qualche piccola precauzione».

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