Zona rossa non è lockdown, spostamenti raddoppiati. Video

La zona rossa è completamente diversa dal lockdown, almeno a guardare i dati delle persone che si muovono tutti i giorni. In Romagna i movimenti rilevati da Enel X, che dallo scorso anno monitora i dati della mobilità in tutta Italia, sono circa il doppio rispetto alla media del periodo tra marzo e maggio, la fase del lockdown più duro. Le restrizioni di queste due settimane di zona rossa in Romagna (iniziata l'8 marzo) mostrano invece la tendenza ad una mobilità molto più marcata.

I dati per provincia

La provincia in cui l'aumento delle persone che si sposta tutti i giorni è più marcato è quella di Rimini. Il territorio d'altra parte lo scorso anno era quello che aveva visto una grande attenzione alle disposizione governative, anche perché già dai primi giorni della prima ondata il virus aveva colpito duramente il territorio. Tra l'8 e il 18 marzo le persone che si sono mosse sono in media il 120% in più rispetto al periodo del lockdown 2020. Tradotto, significa più del doppio degli spostamenti. I dati sono alti anche nel resto della Romagna: nel territorio comunale di Imola, altra zona molto colpita nella prima fase, oggi si sposta il 94% in più delle persone. L'incremento è minore, ma comunque consistente, a Ravenna (in media 76% sui dieci giorni) e a Forlì-Cesena (+87%). I dati analizzati sono provenienti da veicoli connessi, mappe e sistemi di navigazione, cellulari.

I furbetti della domenica

Il comandante della polizia locale di Ravenna, Andrea Giacomini, spiega che i dati della mobilità di quest'anno sono «difficilmente comparabili con quelli dello scorso anno, quando poteva circolare un minor numero di persone». Non si registra quindi una minore sensibilità dei cittadini verso le misure di contenimento: «Per il 95% si tratta di persone che si muovono per motivi lavorativi e che lo scorso anno non lavoravano - riprende il comandante - poi non manca una percentuale minima di trasgressori».

Una buona parte di essi si sposta probabilmente di domenica. Il 14 marzo scorso in Romagna, che era in zona rossa già da una settimana, si è assistito ad un fenomeno particolare: l'incremento maggiore dei movimenti di tutto il periodo preso in esame. Di solito nei giorni festivi la mobilità rilevata è in flessione.

In media quel giorno, sui quattro territori romagnoli, si è mosso il 134% in più delle persone con dati record a Rimini (+173%). Anche sabato i dati sono stati molto alti (+121%). Le mete più gettonate? I lidi ravennati (+120%), il comune di Rimini (+220%), Cesenatico (+190%). L'impressione insomma è che qualcuno da fuori Romagna abbia approfittato dell'ultimo giorno di libertà con una gita al mare non autorizzata.

Zona rossa confermata

Il problema principale dell'aumento dei movimenti è legato alla diffusione stessa del contagio. Sembra ormai dimostrato che una maggiore mobilità delle persone porti ad un contagio più diffuso, specie in presenza delle varianti. Nonostante le restrizioni in Romagna siano ormai in essere da diverso tempo (il 2 marzo era scattato l'arancione “scuro” dopo una settimana di arancione) i dati dei contagi non sembrano prendere una decisa curva discendente. La situazione sanitaria regionale non è in miglioramento: gli ultimi dati della fondazione Gimbe vedono ancora le province di Rimini, Bologna e Forlì-Cesena, insieme a Modena, tra quelle con i dati più alti per quanto riguarda l'aumento dei contagi e l'incidenza tra la popolazione (oltre mille casi ogni centomila abitanti nelle due settimane tra il 2 e il 16 marzo). La situazione di Ravenna è leggermente migliore sul fronte dell'incidenza (quasi 900 casi ogno centomila abitanti) ma comunque critica. L'orientamento dell'Iss è quello di confermare la zona rossa regionale anche per le prossime settimane.

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