Zona rossa a Riccione: tutti a sfamare le nutrie

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In zona rossa la star di Riccione sembra essere diventata la nutria. Odiata dagli agricoltori, “schifata” da chi la scambia per una pantegana, la nutria si è insediata alla foce del fiume Marano. E non è passata inosservata. Basta trascorrere qualche ora lungo la riva del fiume per scoprire che centinaia di riccionesi - probabilmente non potendo fare molto di meglio a causa delle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia - durante la giornata escono di casa con sacchi pieni di avanzi di cibo per dar da mangiare a questi grandi roditori originari del Sud America.

Non si negano mai

Belli non sono ma affabili sì. E pure tanto affamati. I bambini le adorano. Chiunque arrivi ha la certezza che le nutrie usciranno dall’acqua - anche a gruppi di cinque o sei per volta - per mangiare direttamente dalle mani dell’uomo. Senza scartare nulla: c’è chi porta sacchi colmi di pane secco, chi borse piene di verdure andate a male, chi avanzi misti e chi, soprattutto i bambini, una volta terminati i rifornimenti, strappa la parte verde delle canne, tanto le nutrie mangiano anche quello. Come si nota dai cartelli lungo la voce del fiume, quella zona del Marano ha per protagoniste le rondini, richiamando tantissime persone al momento della migrazione di massa. Uno spettacolo autentico che però si può ammirare soltanto durante pochissime giornate a fine estate. Le nutrie, al contrario, ci sono sempre. Alcune, peraltro, mostrano una pancia molto abbondante, facendo sospettare che presto daranno alla luce dei piccoli. Anche sui social network la nutria pare avere preso il sopravvento. Lo scatto con il castoro d’acqua (o ratto di palude, le definizioni che si trovano sulle enciclopedie sono varie) non se lo nega nessuno, una volta superata la diffidenza iniziale. Del resto trovare il “momento buono” non è affatto complicato. Basta allungare il braccio ed ecco che la nutria arriva: un sorriso e via.

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