Zocca (Fipe Confcommercio): difficile reclutare giovani

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Le difficoltà a reperire personale nel settore della ristorazione cominciano a farsi sentire anche nel Forlivese, non è un problema solo della Riviera. Camerieri, baristi e cuochi sono sempre più difficili da trovare, soprattutto tra i giovani.

«Trovare manodopera è più difficile dopo il periodo di “clausura” dovuto al Covid – afferma Andrea Zocca, presidente di Fipe Confcommercio e titolare di McDonald’s Forlì – nelle nostre zone è un problema più recente, però c’è anche qui, soprattutto se cerchi dipendenti giovani con poca esperienza. Lo constatiamo anche noi direttamente nei nostri locali, ma lo sento anche dai colleghi. È vero che ancora oggi le assunzioni spesso sono a tempo determinato per cui un ragazzo magari sceglie di aspettare situazioni migliori, ed anche vero che le retribuzioni di base possono avere concorrenza in certi ammortizzatori sociali, che da un lato sono certamente doverosi, dall’altro però riducono l’appetibilità del lavoro. Una persona ad esempio in un primo momento aveva accettato il lavoro, poi ha preferito rimanere a casa con la disoccupazione, prende meno però fa zero ore». Sulla questione delle retribuzioni basse Zocca chiarisce: «La paga base per un cameriere che non ha esperienza, per 40 ore settimanali, è sopra i mille euro netti, mentre un contratto di 24 ore (part-time) permette di guadagnare circa 700 euro. Il discorso delle retribuzioni basse è vero fino ad un certo punto e lo dimostra il fatto che anche in altri paesi, dove hanno contratti di base più alti di quelli italiani, la mancanza di personale è un problema che esiste. Il mercato è alla ricerca di personale, ma c’è un approccio diverso al lavoro – sottolinea Zocca – i giovani scelgono come impiegare il proprio tempo, vogliono avere i propri spazi perchè hanno passato due anni reclusi. In sostanza, c’è una maggiore valutazione del tempo dopo due anni di restrizioni. È sbagliato però dire che i giovani non hanno voglia di lavorare, il fatto è che la realtà è cambiata in questi anni e i ragazzi hanno esigenze diverse. Il mondo della ristorazione richiede parecchi sacrifici: lavori quando gli altri riposano, questo è quello che diciamo subito, e questo oggi è diventato un fattore discriminante sostanzialmente. Non mancano i curriculum, ne abbiamo tantissimi, però poi quando fai i colloqui e spieghi ai ragazzi che devono lavorare sabato e domenica, questo incide ancora prima di chiedere la retribuzione. Prima che scoppiasse la guerra poi, il mercato offriva alternative – prosegue Zocca – i ragazzi trovavano altre proposte sul territorio e magari sceglievano di orientarsi su lavori con orari diversi. A Forlì la disoccupazione non è elevata, le offerte di lavoro ci sono, il mercato era in espansione fino a due mesi fa, ora la guerra ha creato qualche problema in più».

Zocca, che gestisce un’ottantina di dipendenti per Mc Donald’s di Forlì, infine spiega che il turnover si è alzato molto con la pandemia. «Lo scorso anno abbiamo registrato 19 dimissioni, non è mai successo. I ragazzi vanno via quando trovano lavori più rispondenti alle loro esigenze, sono proprio cambiati gli approcci al lavoro. Il problema adesso è reclutare chi non ha mai lavorato, questa è la novità. Il personale specializzato era un problema che già esisteva e c’è ancora».

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