Forlì, alla Zangheri scatta l'allarme per il personale non vaccinato

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Nessuna “emergenza personale”, ma sicuramente alla casa di riposo “Pietro Zangheri” c’è apprensione. Il motivo non è più, fortunatamente, il divampare di focolai Covid, ma la sacca di resistenza al vaccino che persiste tra Oss e Asa. Sui 120 lavoratori della struttura, 40 non sono ancora vaccinati. Non si tratta di infermieri, ma di operatrici socio sanitarie e ausiliari socio assistenziali. Figure importanti nel prestare servizio all’interno della principale struttura per anziani cittadina di cui l’ex-Ipab al momento non è sguarnita, ma che rischia di trovarsi costretta a sostituire in tutta fretta, e in numero non insignificante, se la loro posizione restasse ferma nonostante le «misure organizzative a scopo preventivo» che la direttrice Donatella Maluccelli annuncia di avere già iniziato ad adottare.

L’appello

Ieri, i sindacati del settore pubblico Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, hanno diffuso una nota preoccupata «in merito alla situazione in essere in tema di organici qualificati nei profili assistenziali operanti all’interno della casa di riposo, che rischia di non avere a breve personale sufficiente a garantire i livelli di assistenza necessari agli ospiti, sia nel Padiglione Angeletti, sia nel Pensionato». Una situazione, è precisato, che «non affligge solo la “Pietro Zangheri”, ma tutte le strutture residenziali pubbliche e private del Forlivese» e per questo si chiede al Comune e all’Ausl l’impegno a cooperare con loro «per cercare le soluzioni più adeguate a garantire il servizio di assistenza».

La situazione

Secondo il presidente della casa di riposo di via Andrelini, Luca Zambianchi, «non c’è, per ora, una situazione di difficoltà, ma si potrebbe porre il problema in prospettiva se per salvaguardare la salute dei nostri ospiti ci trovassimo a dover prendere provvedimenti di sospensione dal lavoro (e dello stipendio, ndr) per quella fetta di personale che pur dedita all’assistenza di persone fragili, continuassero a non mettere la loro salute al primo posto». La struttura ha continuato a fornire ai lavoratori non vaccinati la possibilità di lavorare dopo essersi sottoposti a tampone, anche ogni giorno, ma la misura non può essere prorogata a tempo indeterminato. «Come è stato per gli infermieri, anche molti operatori socio sanitari si stanno convincendo ad avviare il ciclo vaccinale, ma potrebbe persistere uno zoccolo di 20 figure che non ne vogliono sapere pur obbligate – spiega la direttrice –. Al momento alcune di loro, che si contano sulle dita di una mano, sono risultate inidonee e le abbiamo lasciate a casa sfruttando il monte ferie a loro disposizione. Se non si vaccineranno, saranno sospese. Nel frattempo ci siamo organizzati per reperire nuovo personale e non siamo sguarniti». Questa situazione e questi provvedimenti, sono stati comunicati ai sindacati a inizio settimana e per ora la “Zangheri” non ha posti scoperti. Però «se ci dovessimo trovare a sospendere 20 persone che non ottemperassero all’obbligo vaccinale, allora trovare molti sostituti in tempi stretti creerebbe difficoltà, poiché vanno anche inseriti e formati dai dipendenti più esperti: questo toglierebbe sì tempi e risorse dall’assistenza». L’auspicio è che l’obbligo di green pass da metà ottobre sblocchi la situazione. A beneficio di tutti gli anziani, anche dei residenti nel Pensionato. «Che non è un pre-Angeletti come dicono i sindacati – precisa Maluccelli –. Su 160 ospiti sono 35 quelli che necessitano di maggiore assistenza e per loro abbiamo creato un reparto apposito».

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