William Wall ricorda il suo amico Nadiani a Lugo

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Un autore assai legato alla Romagna, il noto scrittore, poeta e traduttore irlandese William Wall, è l’ospite odierno, introdotto da Daniele Serafini (ore 21), del Caffè Letterario all’Ala d’oro (ingresso libero). Wall presenterà il suo nuovo romanzo “La ballata del letto vuoto” (Nutrimenti editore), ambientato fra Camogli e Genova, vincitore del premio Carlo e Giovanna Descalzo 2022.

Scrittore come si è detto legato a molte collaborazioni e traduzioni in lingua inglese anche di autori romagnoli, Wall è stato autore di quattro romanzi, due raccolte di poesie e una di racconti. Il suo provocatorio blog politico “The ice moon”, si è caratterizzato sempre più per le aspre critiche nei confronti del governo irlandese sulla gestione dell'economia.

Wall, può raccontarci il suo decennale sodalizio con la Romagna letteraria?

«Per me queste cose nascono sempre con l’amicizia. Molti anni fa, a un convegno letterario a Lisbona, ho fatto amicizia con Giovanni Nadiani. Alcuni anni dopo, Giovanni, che era traduttore, insegnante di traduzione e a sua volta scrittore, mi scrisse dicendomi che mi aveva trovato una traduttrice. Mi presentò ad Adele D’Arcangelo dell’Università di Bologna con sede a Forlì: iniziammo a lavorare insieme alla mia prima raccolta di poesie in italiano, edita da Mobydick. Successivamente l’editore Guido Leotta mi invitò a Faenza per una lettura e, in quell’occasione, ho conosciuto altri poeti della zona, tra cui Cesare Ricciotti e Daniele Serafini. Con Daniele è iniziata una lunga e proficua collaborazione: ha pubblicato una selezione di mie poesie su “Laboratori critici”, e ha scritto la recensione di una mia raccolta poetica per una rivista di studi irlandesi. Da parte mia ho tradotto “Quando eravamo re”, una sua suite poetica uscita su una importante rivista britannica, e tre anni fa, in rappresentanza dell’Italia, è stato ospite a Cork di un Festival internazionale di letteratura assieme a Francesca Melandri, nota anche all’estero per i suoi romanzi. In quell'occasione sono stato io a presentarli e a dialogare con loro».

Wall ha così ricordato l’incontro con Nadiani: «Passeggiando per l’Alfama alla vigilia di San Giovanni, Q ebbe una conversazione con un italiano che si dichiarava poeta e traduttore in una lingua che nessuno parlava. Secondo Q questa era l’essenza stessa della poesia. È un mito delle corporazioni che la poesia riguardi la comunicazione, ha detto. L’italiano affermò che le sue fedeli traduzioni dalla lingua non detta erano la cosa migliore che avesse mai fatto e tuttavia erano molto inferiori all'originale, che dichiarò completamente sublime. Q, nel suo entusiasmo, abbracciò il soi-disant poeta italiano, e dichiarò che egli stesso parlava diverse lingue sconosciute alla scienza. I due divennero subito amici».

Serafini, perché ha definito sulla rivista “Laboratori critici” quella di Wall: “una speranza salvifica”? «Il tema della solidarietà che riscatta dalla solitudine e dal dolore si ritrova anche su queste pagine nuove de “La Ballata del letto vuoto”.

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