Voucher del Governo, no della Cgil Forlì-Cesena: "Il lavoro torna ad essere merce"

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No al ritorno dei voucher nel lavoro. E' netta la posizione della Cgil Forlì-Cesena in una nota congiunta isieme a Filcams e Flai. "Come Cgil congiuntamente alle categorie della Filcams e della Flai diciamo un deciso: "No alla reintroduzione dei Buoni Lavoro". Con la prossima legge di bilancio, infatti, il Governo intende "reintrodurre" l'utilizzo dei voucher. Si tratta di una scelta scellerata, ideologica ed inaccettabile. Inaccettabile perché si tratta di legittimare lo sfruttamento lavorativo in settori ad alto rischio di infiltrazioni della malavita organizzata come l'agricoltura e il turismo, inaccettabile perché significa non dare un presente e un futuro anche previdenziale alle lavoratrici e ai lavoratori di questo paese rendendoli sempre più precari e senza alcuna tutela, inaccettabile perché il lavoro torna ad essere merce. Si tratta altresì di una scelta che non tiene conto che la CGIL ha raccolto oltre un milione di firme per l’abrogazione dei Voucher, portando il Governo nel 2017 alla loro sostanziale abrogazione.

La reintroduzione e l’estensione fino a 10.000 euro della possibilità di utilizzo non significa affatto introdurre flessibilità ma legittimare lo sfruttamento per Legge sostituendo contratti regolari con buoni lavoro che di “buono” non hanno proprio nulla. Non sono infatti necessarie 'forme semplificate' di utilizzo delle prestazioni dal momento che la flessibilità in questi settori è già prevista da un sistema di leggi e contratti collettivi che consentono le più ampie flessibilità.

Inoltre è errato sostenere che con il voucher si assicurano le tutele previdenziali dato che il versamento alla gestione separata Inps (13% contro circa il 33% dei dipendenti) non sarà ovviamente sufficiente a maturare una pensione dignitosa e non copre le minime tutele sociali quali malattia, maternità, indennità di disoccupazione, assegni famigliari. Come non è garantita la stessa prevenzione contro gli infortuni, in settori come quello del turismo e agricolo che sono tra i più soggetti a incidenti anche mortali, mettendo così a rischio la sicurezza delle persone vista la totale mancanza di formazione.

Oltretutto i voucher in agricoltura sono già previsti e anche ben normati, innalzare soglie o eliminare tutele significherebbe dare più spazio a caporali e sfruttatori attaccando e destrutturando la legge 199 del 2016.

La reintroduzione dei voucher in forma così massiccia rischia di favorire il lavoro nero e indubbiamente non è la direzione giusta per lo sviluppo né del turismo né dell’agricoltura, che risultano settori strategici per il nostro paese e per il nostro territorio. In ultimo non è sicuramente questa la strada per risolvere l’annoso problema del reperimento di manodopera nelle attività turistiche e in agricoltura. Al contrario, andremo verso un ulteriore impoverimento del lavoro ed una sempre minore attrattività dell’occupazione in questi settori.

Un danno difficilmente riparabile se si confermerà in Legge di Bilancio questa norma. Riteniamo pertanto indispensabile mettere in campo tutte le iniziative possibili per la modifica di questa scelta sciagurata dell’esecutivo".

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