Volontari in partenza da Cesena per l'Ucraina con Mediterranea

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Mediterranea Saving Humans di Forlì-Cesena riparte in direzione Leopoli, Ucraina. La cesenate Paola Zonzini e il mercatese Damiano Censi fanno infatti parte dell’equipaggio di terra in partenza questa mattina con la missione “MEDcare x Ukraine” che grazie ad un ambulatorio medico mobile, un team medico, l’aiuto dei volontari e le raccolte di medicinali e materiale sanitario porterà assistenza sanitaria di base alla popolazione civile. Questa mattina hanno lasciato Cesena in direzione Bologna e per poi da qui avviarsi verso il confine tra Polonia e Ucraina. Viaggiano in sette tra personale sanitario e attivisti e l’obiettivo è quello di superare il confine domani.

L’ambulatorio fa base a Leopoli nel campo profughi di Sikhiv, alla periferia di Leopoli, allestito dai salesiani del Centro don Bosco di Leopoli. Il primo team è arrivato la settimana scorsa: medici, infermieri, psicologi e volontari hanno scaricato materiale e medicinali arrivati dall’Italia e si sono messi al lavoro per avviare l’ambulatorio. Tra le conseguenze della guerra c’è anche la difficoltà di reperire medicinali di base e con un mercato nero che dilaga, anche l’assistenza sanitaria di base sta diventando un privilegio per pochi. È un lavoro pensato come sostegno al servizio sanitario locale che la guerra ha messo in crisi, sono tante le persone, anche anziane, che da mesi non riescono a ricevere una visita medica e che magari si sono trovate costrette a interrompere le loro terapie per mancanza di farmaci.

«Quando andammo la prima volta a Leopoli, a metà marzo, - racconta Damiano Censi - trovammo Leopoli, città di passaggio, piena di persone in fuga dalla guerra». Quando la missione tornò, un mese dopo, la situazione era cambiata: la gran parte delle persone si erano già allontanate, chi verso l’Europa, chi potendolo fare, di nuovo verso casa. «Oggi la situazione a Leopoli è peggiorata, l’inasprirsi del conflitto, le evacuazioni forzate, hanno portato a una nuova ondata di persone in movimento e Leopoli è diventata una meta per chi sta scappando, e per chi non ha più una casa a cui tornare».

Tutto questo accade, mentre l’attenzione globale scema: «Veniamo in Ucraina dall’inizio della guerra e quello che registriamo è una preoccupante flessione degli aiuti internazionali alla popolazione – denuncia da Leopoli Laura Marmorale, portavoce della prima missione MEDcare x Ukraine - alla stazione di Leopoli come in altri luoghi, la presenza delle organizzazioni internazionali è sensibilmente diminuita».

La comunità dei salesiani con cui Mediterranea ha stretto una collaborazione sin dalla sua prima missione, «sin dall’inizio della guerra è in prima linea nell’accoglienza dei profughi e ora che le stanze della sua grande struttura non bastano più, ha allestito un campo profughi organizzato in container - racconta Censi -. Stanno accogliendo 350 persone, ma in lista d’attesa ce ne sono 2.000». Al campo profughi, sottolinea Censi, «c’è bisogno di tutto, non solo di medicinali, ci stanno già arrivando richieste di abiti invernali, ad esempio». Le duemila persone in lista d’attesa per ora dorme per strada, senza fissa dimora, condizioni che rendono ancora più spaventoso l’inverno che incombe. Anche a loro, in coordinamento con le associazioni e le autorità sanitarie del posto, i volontari di Mediterranea cercheranno di portare assistenza.

«Scopo di questo nostro viaggio - spiega Censi - è quello di accompagnare il personale sanitario. Nel tempo diventerà sempre più autonomo, ma in queste prime settimane il lavoro è ancora tutto da impostare. Li aiutiamo nell’organizzare tutto, dagli inventari alla gestione delle file. Oltre a medici e infermieri ci sono anche psicologi che offrono assistenza lavorando con i mediatori culturali. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di garantire ogni mese un intervento dall’Italia per portare aiuti e medicinali».

Per sostenere Mediterranea e le sue missioni: https://donate.mediterranearescue.it/MEDcare4UKR/~mia-donazione

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