Volley, l'impresa azzurra del cesenate Mattia Orioli

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Mattia Orioli ha portato la Romagna del Volley sul tetto d’Europa con il successo degli azzurri Under 18 alla rassegna continentale a Lecce.

Lo schiacciatore cesenate classe 2004 in forza alla Porto Robur Costa Ravenna, nonostante sia un anno più giovane di quanto previsto nella categoria, è stato uno dei protagonisti di un successo che mancava alla nazionale da ben 23 anni. Un risultato importante che ora lancia verso nuovi ed importanti orizzonti, per un ragazzo appena sedicenne che vive di pallavolo ed è libero di sognare in grande.

Buongiorno Mattia: a distanza di qualche ora dalla gioia più grande, cosa circola nel sangue?

«Un’emozione immensa che mi accompagna da qualche giorno e che mi dà tanta carica per continuare: vincere un Europeo certo non succede tutti i giorni. Il modo in cui è arrivato poi, è stato davvero speciale: in finale con la Repubblica Ceca abbiamo sempre comandato, riuscendo ad imporre il nostro gioco».

Per arrivare a questi livelli serve tanta passione: la sua com’è nata e come l’ha coltivata?

«Ho iniziato a giocare a 10 anni alla fine delle scuole elementari, quando decisi di abbandonare il calcio. Mi sono subito appassionato e dopo un anno a Cesena sono entrato nel settore giovanile di Ravenna. Qui sono tutt’ora e giocherò nell’Under 18 e nel campionato di serie B».

Papà Filippo, però, era un cestista di buon livello arrivato fino alla Serie C1: è lotta in casa?

«No, per fortuna. In casa papa è contento così, anche perché poi ci divertiamo a giocare uno contro uno a basket insieme. Non ho mai praticato il basket ma devo dire che mi piace molto. Insieme a calcio e pallavolo, la pallacanestro è tra gli sport che mi piace seguire da appassionato».

Come per ogni sedicenne, è arrivato il tempo di tornare tra i banchi. Quale scuola superiore sta frequentando e come gestisce tutti gli impegni?

«Da quest’anno ho deciso di trasferirmi in foresteria a Ravenna insieme a tre compagni per avere più tempo per studiare e gestire al meglio tutti gli allenamenti. Ho iniziato a frequentare il Liceo Scientifico Statale: è una scelta impegnativa che mi porta via tanto tempo, ma mi piacciono particolarmente le materie scientifiche e la storia».

Ci racconta una sua giornata tipo che per forza di cose non sarà quella di un adolescente qualunque?

«Mi alzo alle 7 e dopo una colazione veloce vado a scuola. Tornato in foresteria c’è giusto il tempo di mangiare e poi mi devo mettere sui libri perché nel tardo pomeriggio mi alleno, tutti i giorni, dalle 2 alle 3 ore. Finito l’allenamento torno a casa e se necessario riprendo i libri in mano. Nel poco tempo libero a disposizione mi piace leggere, giocare ai videogiochi o seguire calcio, basket e soprattutto pallavolo».

Ha un idolo o un giocatore a cui si ispira particolarmente?

«No, nessuno in particolare. Mi piace però osservare tutti i giocatori per analizzarli e prendere il meglio da ognuno. Fortunatamente giocando a Ravenna ho la possibilità di allenarmi con la prima squadra e vedere già un livello piuttosto alto, quello a cui voglio arrivare». (Francesco Zambianchi)

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